007, la morte in No Time to Die è un errore? Risponde il regista di Casino Royale

La morte di James Bond in No Time to Die è stata criticata da molti fan, ma un regista di un vecchio Bond ha detto la sua sulla questione

La morte di Daniel Craig nell’ultimo film di 007 ha generato più di una polemica, ma uno dei registi più apprezzati della saga, ha voluto esprimere la propria opinione sul coraggioso percorso narrativo intrapreso da Craig e Cary Fukunaga (regista di Not Time to Die).

Daniel Craig in Casino Royale – Notizie.top

Il regista in questione è Martin Campbel, che è stato dietro la macchina da presa in due degli esponenti più apprezzati della saga: Golden Eye (1995) con protagonista Pierce Brosnan e Casino Royale, ovvero la prima e iconica apparizione di Daniel Craig nei panni dell’agente segreto più famoso della storia del cinema.

Una morte controversa

Cambpel ha voluto commentare, durante un’intervista con The Daily Express, l’atipica scelta di far morire il protagonista. Una strada impervia e mai battuta all’interno della saga, nella quale, solitamente, si passava da un attore all’altro senza la benché minima spiegazione di dove fosse finito il precedente Bond. La nuova rotta appare decisamente più in linea con la narrativa contemporanea, in cui un filo conduttore sembra piuttosto inevitabile per donare credibilità alle proprie produzioni.

Daniel Craig – Notizie.top

Cambpel ha commentato l’infausto finale, che in molti non hanno gradito: “Onestamente, per me non è stato un problema. Viene ucciso e va bene perché quando faranno il prossimo Bond ignoreranno completamente il fatto che sia morto e Bond andrà avanti. È semplice. Non c’è bisogno di una spiegazione, no? Daniel Craig era Bond e ora il suo successore è vivo. Non avranno problemi”. Una morte molto discussa che, tuttavia, sembra calzare perfettamente con il diverso assetto geo-politico in cui sono stati concepiti i moderni Bond: un secolo dove l’Occidente non è più padrone del mondo, dove la guerra fredda è finita da tempo e l’agente 007 non è più un metodo di propaganda e dove quindi, anche l’infallibile James Bond può morire.

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