Un ispettore di polizia è stato condannato per aver truffato lo Stato e ora dovrà scontare due anni di reclusione e rendere tutti i soldi percepiti indebitamente
Ufficialmente era in malattia, in realtà partecipava a gare di nuoto e si rilassava con massaggi Shiatsu. Il protagonista della vicenda è un poliziotto di 57 anni residente in provincia di Varese, che nel giro di 4 anni ha accumulato il record di 540 giorni di assenza.
Una storia incredibile frutto del malcostume nostrano di provare a beffare sempre lo Stato. Questa volta però la vicenda fa ancora più scalpore perchè coinvolge un ispettore di Polizia che dovrebbe tutelare lo Stato e gli altri cittadini proprio da situazioni come queste.
Frequentava corsi, pratiche di massaggi e gare sportive in giro per l’Italia, ma al lavoro aveva dichiarato di essere in malattia. Bugie che sono costate una condanna a due anni di carcere con sentenza definitiva per truffa aggravata ai danni dello Stato a un poliziotto di 57 anni residente a Caronno Pertusella, in provincia di Varese, che aveva accumulato ben 540 giorni di assenza dal lavoro in 4 anni. Secondo le ricostruzioni, l’uomo utilizzava periodi di congedo o aspettativa che in realtà sfruttava per poter partecipare a gare di nuoto livello Master e a corsi di aggiornamenti della Federazione Italiana shiatsu insegnanti e operatori. Il poliziotto, ormai fuori servizio da diverso tempo, lavorava come ispettore tecnico capo nel servizio tecnico-logistico e patrimoniale Lombardia-Emilia Romagna, un ufficio che si occupa di pianificare e programmare il fabbisogno di beni e servizi degli organi territoriali di polizia. Avrebbe accumulato quasi un anno e mezzo di congedo: 68 giorni nel 2014, 126 nel 2015, 138 nel 2016 e 208 nel 2017.
Secondo i magistrati, il 57enne, utilizzando “artifizi e raggiri”, aveva messo insieme quasi un anno e mezzo di congedi dal lavoro, che negli anni sono andati sempre ad aumentare. L’ex ispettore aveva già iniziato a risarcire lo Stato dopo la condanna con il rito abbreviato. In questo modo, secondo quanto riportato dalle agenzie, avrebbe pagato la somma agevolata di 27.912 euro oltre alle spese processuali, che ammontavano a poche centinaia di euro. Ora però è arrivata la condanna della Corte dei Conti, su segnalazione dell’Ufficio a cui apparteneva. La pena è stata commutata in una vera e propria maxi-multa. È stato infatti stato calcolato che l’uomo, ormai fuori servizio da diverso tempo, ha percepito in maniera indebita 73.720 euro, ma la cifra è stata poi ridotta a circa 46mila dopo le deduzioni difensive, e infine aumentata dalla Procura contabile che ha deciso di contestare anche i danni di immagine a 93mila euro.
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