90enne rinchiuso a San Vittore: nessuna RSA lo vuole

Un uomo di 90 anni è stato rinchiuso a San Vittore perchè al momento non si è riusciti a trovare una RSA che lo ospiti.

Potrà sembrare una storia da film ma invece è successa per davvero, un uomo di 90 anni al momento è detenuto all’interno del carcere di San Vittore perchè non si riesce a trovare una RSA che lo possa accogliere e dove possa passare anche il periodo dei domiciliare, considerando la sua età.

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La persona in questione era stata arrestata lo scorso 11 Luglio per il tentato omicidio della sua compagna di 86 anni nella rsa di Cinisello Balsamo dove entrambi erano ospiti: la sua colpa è stata quella di colpirla con un bastone da passeggio dopo una lite.

Inseguito alla condanna, la magistratura ha dato il suo via libera a poterlo fare collocare in una RSA, peccato che nessuna struttura, almeno per il momento si è resa disponibile per poterlo ospitare e il motivo è legato al fatto che le sue condizioni di salute appaiono buone.

San Vittore, detenuto un 90enne che nessuna RSA ha accolto

Insomma sono delle giornate non troppo semplici per l’uomo che dopo avere commesso il reato, sopra citato, è stato portato presso l’istituto di pena milanese dove nel giro di pochi giorni sono morte due persone. Il motivo è legato al fatto che le stesse RSA a cui era destinato non hanno accettato di accoglierlo.

“La vicinanza degli eventi desta preoccupazione per le criticità dell’istituto nel quale, solo da inizio anno, sono passate 28 donne in gravidanza” ha ammesso l’associazione Antigone, parole a cui ha fatto anche coro l’avvocato Valentina Alberta, presidente della Camera Penale di Milano: “La situazione è molto difficile. A San Vittore ci sono in tutto solo 12 educatori su 936 detenuti e molti dei reclusi hanno disturbi psichiatrici. Ma gli psichiatri sono pochissimi e il disagio psichiatrico è in continuo aumento. Tocca alla Regione intervenire con un supporto sanitario immediato per garantire l’assistenza psichiatrica e al Dap mettere a disposizione del carcere più educatori”.

La speranza è che quanto prima le cose possano davvero cambiare e in meglio.