A più di un anno dalla clamorosa cessione del club londinese, i 2,9 miliardi destinati a scopi umanitari in Ucraina non sono ancora stati utilizzati
Secondo i tabloid inglesi, il magnate russo, che fu costretto a cedere la proprietà del Chelsea all’indomani dello scoppio della crisi tra Russia e Ucraina, non vuole più cedere l’intera somma incassata alla popolazione ucraina colpita dalla guerra, ma vuole anche aiutare le stesse popolazioni russe coinvolte nel conflitto.
A fine maggio dello scorso anno il Chelsea ha concluso il passaggio di proprietà al consorzio guidato da Todd Boehly, presidente e ceo di Eldridge, e Clearlake Capital Group. Dopo 19 anni si chiudeva così l’avventura di Abramovich alla guida del club londinese arrivato a vincere anche la Champions League.
“In seguito ad accurati accertamenti, possiamo essere certi che dell’intero ricavato della vendita del Chelsea non potrà beneficiare Roman Abramovich o nessun altro individuo colpito da sanzioni. Ora possiamo cominciare a lavorare per assicurare che il profitto generato dalla cessione venga destinato a un ente benefico che si occupa delle vittime della guerra in Ucraina”. Questo il comunicato emesso dal governo britannico al termine del passaggio di consegne che chiudeva l’era di Roman Abramovich alla guida del Chelsea F.C, dopo le sanzioni che la comunità Europea aveva imposto alla Russia al momento dell’inizio della crisi con l’Ucraina. I 2,9 miliardi di euro incassati dalla vendita del Chelsea sono però ancora nel conto bancario congelato della società di Roman Abramovich: soldi che sarebbero dovuti essere versati all’Ucraina, ma la consegna dei ricavati è ancora bloccata a causa di discussioni su dove e come spendere i soldi. Secondo fonti inglesi, “sembra che, sorprendentemente Abramovich, lui stesso un individuo sanzionato per la sua vicinanza al regime di Putin, debba firmare il rilascio dei fondi, cosa che finora si è rifiutato di fare perché vuole che il denaro sia condiviso tra tutta la Russia e anche l’Ucraina”.
C’è da sottolineare comunque che è stato lo stesso Abramovich, che ricordiamo si era posto da mediatore fra Kiev e Mosca nei primi giorni del conflitto, ad aver garantito con tanto di comunicato che l’intero ricavato della cessione del club inglese sarebbe stato destinato alle vittime ucraine della guerra, ma secondo quanto ricostruito dalla stampa inglese, ora l’oligarca russo vorrebbe anche contribuire ad aiutare le vittime della guerra sul fronte russo. Una cosa assolutamente non prevista dal governo britannico che aveva pilotato la cessione del club della Premier League. Il ministero degli esteri ha dichiarato che “i proventi della vendita del Chelsea sono congelati in un conto bancario nel Regno Unito mentre esperti indipendenti istituiscono una fondazione per gestire e distribuire il denaro per scopi umanitari in Ucraina. Sarà quindi necessario presentare una domanda di licenza per trasferire i fondi alla fondazione”.
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