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Acufene, scoperto un trattamento promettente

Il problema dell’acufene non è da sottovalutare, eppure pare essere stato scoperto un trattamento davvero molto promettente.

Per chi non lo sapesse, l’acufene è la percezione di un rumore che ha un tipo di intensità davvero variabile che può essere continuo o intermittente anche se ci si trova in assenza di uno stimolo acustico.

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In Italia ad esserne colpite sono circa 6 milioni di persone e la maggior parte di queste ne soffrono in modo davvero molto forte: partiamo dal presupposto che questi problema può interessare individui di qualsiasi età, anche se i casi diagnosticati nei bambini sono rari.

Ad ogni modo il problema in se, si può distinguere in tre diverse categorie, che sono:

  • Acuto se persiste fino a tre mesi;
  • Subacuto se persiste fino a sei mesi;
  • Cronico se persiste da più di sei mesi.

Acufene, un dispositivo può aiutare chi ne soffre

Insomma è un problema davvero molto serio che può avere diverse cause, tra cui:

  • Sindrome di Ménière;
  • Infiammazione di orecchio, naso e seni paranasali;
  • Cerume;
  • Traumi alla testa e al collo;
  • Neurinoma acustico;
  • Tumori glomici;
  • Sordità improvvisa per motivi virali o vascolari;
  • Disallineamento mandibolare;
  • Danno all’apparato uditivo per rumori intensi.
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Ebbene, proprio di recente, gli scienziati del Kresge Hearing Research Institute dell’Università del Michigan hanno lavorato su un dispositivo che ha proprio lo scopo di mettere in silenzio i suoni che derivano dall’acufene e che a tutti gli effetti sono fantasma.

“Ho focalizzato l’attenzione sulle modalità con cui il cervello elabora le informazioni bisensoriali e su come questi processi possono essere sfruttati per la stimolazione personalizzata finalizzata al trattamento del disturbo” queste le parole di Susan Shore, professoressa del Dipartimento di Otorinolaringoiatria della Michigan Medicine.

Ma come funzione? Allora per le prime sei settimane, ai pazienti è stato spiegato come usare i dispositivi bisensoriali per 30 minuti ogni giorno, inseguito è avvenuta una pausa di sei settimane e poi sono stati utilizzati ancora una volta i dispositivi di controllo. Da questo è derivato uno studio ancora più particolare in cui il team di esperti è arrivato a comprendere come questo trattamento bisensoriale poteva essere associato a un miglioramento della qualità della vita e a riduzioni significative del volume del suono molesto. Dopo sei settimane di trattamento attivo, oltre il 60% dei pazienti ha riportato un importante ridimensionamento dei sintomi dell’acufene.

Argia Renda

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