Clamorosa decisione, entra oggi in vigore il divieto di effettuare voli nazionali brevi in caso di un’alternativa in treno inferiore alle due ore e mezza
Il governo di Macron, nell’ambito di una decarbonizzazione ambientale, vorrebbe incentivare gli spostamenti in treno e per farlo taglia le rotte aeree di corto raggio. Ma la misura ha già cominciato a far discutere non soltanto gli ambientalisti, che l’hanno già bollata come inutile, ma anche gli stessi pendolari.
Questo divieto era previsto dalla Legge sul clima e la resilienza del 22 agosto 2021 ed era già applicato nella pratica, ma sospeso in attesa di un’indagine approfondita da parte della Commissione europea in seguito a un reclamo di una parte dell’industria aerea, che lo riteneva contrario al principio della libera prestazione e inadatto alla lotta contro il cambiamento climatico.
Il Parlamento francese ha deciso che i voli nazionali andranno limitati alle sole tratte più lunghe per evitare le emissioni di gas serra causate dalle tratte di breve durata. Le rotte alle quali i francesi dovranno dire addio sono quelle sostituibili con un viaggio in treno dalla durata non superiore alle due ore e mezza. “Vietare le compagnie aeree se c’è un’alternativa a meno di 2,5 ore di treno. Mi sono impegnato a farlo. Siamo i primi a farlo”, queste le parole del presidente Emmanuel Macron in un post sul profilo ufficiale Twitter, un cambiamento già anticipato dalla fine dei collegamenti tra l’aeroporto di Parigi-Orly e le città di Nantes, Bordeaux e Lione dei mesi scorsi. Secondo le direttive dell’Unione europea, per interrompere una tratta sono necessarie due condizioni fondamentali. La prima, come detto, è che alla città inizialmente raggiungibile via aereo si possa arrivare, con un viaggio lungo al massimo due ore e mezza, anche in treno. La seconda: che nella città di arrivo ci siano abbastanza treni (compresi quelli notturni) da permettere ai viaggiatori di trascorrerci almeno otto ore.
Un provvedimento, quello preso dal governo francese, che fa comunque discutere perché si vieta una modalità di trasporto, quella aerea, per delle scelte puramente ambientali. È però necessario ricordare che il settore dei trasporti emette circa un quarto delle emissioni totali di anidride carbonica, e il settore aereo vale solo il 13 per cento del 25 per cento complessivo. Inoltre, bisogna tenere conto che oltretutto più dei tre quarti delle emissioni del trasporto aereo riguardano voli a lungo raggio, che restano impossibili da sostituire. Ma Macron e il governo hanno tirato dritto nella decisione presa che oggi è diventata realtà dopo il parere della Commissione Europea e ribadita dal ministro dei Trasporti francese, Clement Beaune, che ha definito la legge “un passo fondamentale e un importante simbolo nel processo di riduzione delle emissioni di gas serra. Mentre ci impegniamo per decarbonizzare il nostro stile di vita, come possiamo giustificare l’uso di aerei per viaggiare da una grande città all’altra del Paese, quando tutti quanti trarremo benefici dall’uso di treni, frequenti, veloci ed efficienti come ne abbiamo già tanti a disposizione?”.
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