L’annuncio provocatorio ha fatto scalpore e ha alzato le attenzioni su un problema che affligge da tempo gli studenti fuori sede
È ritornata la protesta degli studenti universitari per il caro affitti e le richieste assurde dei proprietari. Ne è un esempio quello che sta accadendo a Lecce: una tenda piazzata davanti all’ingresso dell’Università del Salento, con sopra l’annuncio per l’affitto: “Monolocale a due passi dall’ateneo, rivolto a studentessa referenziata, con Isee superiore a 80mila euro, con occhi azzurri, denti bianchi e schiena dritta”. Un po’ di ironia in una protesta che è estremamente seria ed importante. “Mentre due anni fa si trovava serenamente una stanza a 180 euro – ricorda Sabrina Loparco, referente dell’Unione degli universitari – ora a meno di 250 euro è impossibile”.
La protesta è stata promossa e diffusa a livello nazionale da Udu, nelle città più rappresentative, proprio nel periodo più caldo per la ricerca di un alloggio. “Ora tutti cercano casa ma non se ne trovano già più – continua Loparco – E ora sta scadendo anche la possibilità di presentare la richiesta per il contributo Adisu: per averlo, è necessario presentare un contratto. Ma le case non ci sono”. Adesso molti studenti rischiano di pagare cifre esorbitanti per prendere le poche stanze rimaste, o peggio di rimanere senza alloggio se non se lo possono permettere economicamente.
I tentativi di risolvere
“Per quanto si registri anche qui un aumento degli affitti, corredato da un rincaro delle spese non indifferente, la maggior parte dei problemi nasce dagli affitti a nero che non permettono ai fuori sede di poter registrare il proprio contratto di locazione e percepire un aiuto da parte di Adisu”, ha sottolineato la rappresentante.
“Ancora, ci sono abitazioni spesso in pessime condizioni, con muffa, umidità e infiltrazioni. A fronte dell’indifferenza del governo, non staremo zitti. La tenda, ormai simbolo di questa campagna, è accompagnata da un manifesto che raccoglie delle caratteristiche discriminatorie che, se pur ironiche, rappresentano le assurde richieste che studenti e studentesse si ritrovano a leggere molto spesso negli annunci. Di fatti, la maggior parte delle richieste è rivolta a sole studentesse. Non mancano poi, a seconda dei territori, annunci razzisti o discriminatori”, ha continuato Loparco. L’associazione, con Sunia e Cgil, sta anche raccogliendo diversi dati in un’indagine specifica rivolta agli studenti fuori sede. Le risposte verranno raccolte sino al 30 settembre, e poi verranno resi noti i risultati per analizzare ancor più nello specifico questo fenomeno. Nella giornata del 26 settembre, inoltre, sarà promossa un’azione di volantinaggio per informare studenti e studentesse sui loro diritti.