Anche la Apple è vittima delle truffe: è il caso di prestare attenzione ad una app che pare essere ispirata al GPT4.
E’ fuori di questione il fatto che su Mac App Store esistano delle regole molto rigide in fatto di controlli legati alla sicurezza, particolare che sono sempre presenti e continui e che vengono proposti per evitare che gli utenti possano correre dei rischi.
Eppure ogni tanto, è possibile che qualcosa possa sfuggire, un caso in particolare è quello dell’app che si chiama GPT4 – AI Chat Robot Assistant di SkyLink Tech, resa disponibile sullo store delle app per Mac nonostante le evidenti violazioni delle regole della sicurezza e rimossa lo scorso 13 settembre.
Ad avere reso nota la questione è stata Privacy1St, in un post pubblicato su Medium, in particolare in questo post è stato analizzato e poi spiegato anche il modo in cui è possibile pubblicare l’app in questione sul Mac App store, anche andando a violare marchi commerciali. Ma entriamo nel merito della questione.
Apple: anche per le app di Mac è in agguato una truffa
Insomma non ci sono davvero dubbi in merito alla questione, nonostante la Apple sia sempre molto aggiornata e attenta alla privacy e alle regole per gli utenti, qualcosa può sfuggire. In questo caso si tratta di una truffa.
I truffatori sarebbero riusciti a manipolare il sistema di revisione creando un account sviluppatore farlocco con cui è stato duplicato il Data Universal Numbering System (DUNS), un identificatore univoco per un’azienda, di un account reale, cosi come si legge sul sito ufficiale: “Normalmente, il processo per ottenere un account sviluppatore si basa sul fatto che lo sviluppatore dispone di un numero DUNS esistente o che ne registra un nuovo mediante autorità riconosciuta. Il suddetto numero viene fornito direttamente al colosso di Cupertino, unitamente alle informazioni di contatto che servono per dare legittimità alla registrazione. Apple, tuttavia, chiede solo il nome e se il rappresentante è legittimo. Per cui, i truffatori sono riusciti a usare dei siti Web per registrarsi e ottenere illecitamente un numero DUNS di un’azienda che hanno successivamente inviato ad Apple spacciandosi per legittimi rappresentanti”.
Fatto questo, l’applicazione una volta che ha usato tutte le sue tecniche per potere conquistare la fiducia degli utenti, si dichiara collegata e correlata all’OpenAi, ovvero la società a cui fa capo ChatGPT.
E non finisce qua, con questo metodo, l’app per attirare ancora di più l’attenzione offriva anche dei premi e dei regali a colore che scrivevano delle buone recensioni e in questo modo traeva in inganno anche gli utenti paywall promettendo di far diventare l’app gratuita a fronte di un abbonamento.