C’è una finestra oltre la data di scadenza entro la quale i cibi si possono mangiare senza danni per la salute e senza perdite sostanziali delle proprietà
La data di scadenza riportata sulle confezioni indica il giorno (o il mese) fino al quale il prodotto è idoneo a essere consumato rispettando le regole di conservazione suggerite dal produttore. Oltre questo termine, nei cibi si potrebbero sviluppare batteri nocivi per la nostra salute.
La legge italiana obbliga da tempo i produttori ad apporre la data di scadenza sui prodotti, in particolare sugli alimenti. Per gli alimenti freschi, generalmente, si deve rispettare la scadenza indicata, fornita sulla base della qualità dell’alimento, delle modalità di confezionamento e trasporto e del rispetto della catena del freddo nella conservazione in casa. Alcune volte, invece, è possibile superarla, con qualche piccola accortezza.
La prima cosa da fare è distinguere tra “scade il” e “consumare preferibilmente entro”: è dunque molto importante saper leggere correttamente le etichette per non sprecare cibo e portare in tavola alimenti genuini e nutrienti ma, come sempre, ogni regola presenta le sue eccezioni. Infatti un cibo scaduto non è sempre da buttare. Almeno in alcuni casi. E in questo modo si evita anche di sprecare cibo. Attenzione, però. Queste regole valgono solo se i prodotti sono stati conservati correttamente. Il consiglio è di controllare l’aspetto del cibo alla vista: se si notano muffe, parti marce e cattivi odori, il prodotto non è commestibile. La vendita di prodotti scaduti inoltre è in ogni caso vietata dalla legge.
Per esempio, lo yogurt può essere gustato fino a 6 giorni oltre la data di scadenza. In questo caso, aumenta l’acidità e diminuisce, ma di poco, la quantità di fermenti lattici.Il barattolo deve essere stato correttamente conservato in frigorifero. Non bisogna poi dimenticare alcune regole fondamentali valide prima e dopo la data di scadenza come quella di non consumare vasetti che hanno un aspetto alterato, un cattivo odore, il coperchio rigonfio e soprattutto tracce di muffa. La pasta fresca si può consumare oltre il termine indicato sulla confezione, fino a 15 giorni dopo. Ciò non comporta alcun rischio per la salute.
Le uova intere fresche si conservano in frigorifero fino a 21 giorni. Oltre si possono utilizzare, ma cotte. Comunque esiste un metodo semplicissimo per verificare se si possono mangiare oltre la scadenza: immergiamo l’uovo in una ciotola d’acqua fredda. Se si deposita sul fondo si può mangiare, se affiora in superficie è da buttare I wurstel possono essere consumati dopo la data di scadenza, fino a una settimana, ma non devono essere mai mangiati crudi. Il latte a lunga conservazione può durare tranquillamente 2-4 settimane dopo la data di scadenza se conservato in una dispensa asciutta e fresca. I surgelati possono essere consumati alcuni mesi dopo la data di scadenza indicata sulla confezione, a patto che siano conservati a una temperatura sempre uguale o inferiore a -18° C. Le spezie scadute non rappresentano un pericolo per la salute. L’unico effetto collaterale a cui si può andare incontro è quello di perdere le qualità organolettiche, risultando insipide e prive di profumo.
Il cibo in scatola può durare per anni a condizione che la confezione sia in buone condizioni. La data di scadenza indicata sulla confezione in realtà indica generalmente la data in cui l’alimento inizia a perdere di qualità, sia dal punto di vista nutrizionale sia da quello del sapore. Le lattine devono essere in perfette condizioni, non devono presentare macchie di ossidazione o rigonfiamenti. Anche la farina fa parte di quegli alimenti che possono essere usati oltre la data di scadenza e che possono durare ancora per 6 mesi se ben conservati. Il caffè, se ancora chiuso ermeticamente, può essere consumato anche dopo un anno dalla scadenza indicata. Se è aperto meglio non superare i tempi consigliati.
Biscotti e i crackers possono essere mangiati molto tempo dopo la scadenza purché siano conservati nel loro contenitore o confezione ermeticamente chiusi. Altrimenti risulteranno “molli”. Il cioccolato può essere consumato fino a un anno dopo la data di scadenza, ma se il sapore è diventato troppo pastoso meglio usarlo per preparare dolci. Pasta e riso possono essere consumati fino a un anno oltre la data che leggiamo sulla confezione, ma è importante verificare la presenza delle fastidiose farfalline del cibo, se ci fossero sono da buttare. Discorso a parte per i formaggi che vanno divisi in freschi e stagionati: i primi deperiscono in fretta e per questo vanno consumati entro la data di scadenza riportata sulla confezione, invece i formaggi stagionati a pasta dura si possono mangiare anche oltre la scadenza eliminando eventualmente la sottile patina di muffa che si forma in superficie.
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