Arrivano altre regole green da arte della Comunità Europea che potrebbero mettere in difficoltà chi ha dei condizionatori non ha norma
Il caldo sta per arrivare alle nostre latitudini, non vediamo l’ora: sole, mare, vacanze, ma se fosse veramente un’estate molta calda? Pazienza dormiremo notti tranquille grazie ai nostri condizionatori, più o meno performanti, a volte pagati in comode, numerose rate, per alcuni con grande sacrificio, ma un sonno fresco e riposato ha i suoi costi.
Purtroppo però a causa di altre nuove regole dettate dalla UE, 8 su 10 di noi potrebbero non avere sonni troppo tranquilli perché l’impianto di condizionamento potrebbe non risultare a norma e andrebbe per questo sostituito.
Le nuove regole green
L’Unione europea sta premendo nuovamente sull’acceleratore del Green Deal con la lotta agli idrofluorocarburi, gli F-gas. Infatti nel regolamento approvato lo scorso 30 marzo dal Parlamento europeo è previsto il taglio degli F-gas entro il 2030, puntando alla completa eliminazione per la metà del secolo. Saranno banditi dunque gli impianti che usano gas refrigerante ai fluorurati, il cosiddetto F-gas. Ciò significa che otto condizionatori su 10 sarebbero da rottamare. Questo perché non tutti sanno che il condizionatore è tra gli apparecchi più inquinanti, soprattutto se si tratta di un elettrodomestico vecchio e con classe energetica bassa che dovrebbe quindi essere sostituito. Un ulteriore stretta da parte della UE che andrà colpire il settore della refrigerazione, i condizionatori, le pompe di calore, e gli impianti stazionari e in movimento dei supermercati, implicando il fatto che a farne le spese saranno anche le aziende di produzione, ma anche quelle di manutenzione di questi impianti.
Dal primo gennaio 2024 scatterà l’obbligo di sostituire gli impianti
Le stime dicono che il settore contribuisce al Pil italiano per lo 0,5%, con giro di affari pari a 8 miliardi di euro con un indotto di persone impiegate pari a 140.000 persone. Infatti sull’argomento è intervenuta Confindustria, che ha chiesto limiti più ragionevoli e “realistici”. E anche diverse aziende hanno espresso la loro contrarietà sul tempi e modi di applicazione, evidenziando che, rispettando la necessità di ridurre l’inquinamento, si devono necessariamente considerare le applicazioni di utilizzo di questi sistemi e non ultimi, i tempi di formazione dei nuovi tecnici. A prendere posizione anche il capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti: “Pur contenendo obiettivi ambientali pienamente condivisibili, la proposta produrrà effetti dannosi, finendo per danneggiare la filiera nazionale della refrigerazione e del condizionamento, ambito nel quale l’Italia è guida in Europa e nel mondo”, continua Foti,“inoltre, se non modificato, il testo approvato dal Parlamento Ue causerà l’uscita dal mercato della maggior parte degli impianti attualmente in commercio, rendendo se non proprio impossibili, di certo molto complicate anche le riparazioni delle macchine esistenti e utilizzate sia per attività produttive che per uso domestico, sarò pronto a farmi carico di quella che potremo definire “La battaglia dei condizionatori”.