Bambini e Mal di vacanza: ecco i consigli da seguire

Avete mai sentito parlare del mal di vacanza che colpisce i bambini in linea di massima: di che cosa si tratta e cosa si deve fare?

Forse non è qualcosa a cui tutti sono abituati a fare riferimento, eppure esiste un particolare che per tutto il corso dell’anno non si vede mai, ma che viene fuori nel momento in cui si arriva al giorno delle vacanze.

Bambino e mal di vacanza
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I bambini sono infatti soggetti a soffrire di quello che si chiama il mal di vacanza, una sindrome passeggera che arriva quando loro stessi perdono le loro abitudini e i loro punti di riferimento e magari si ritrovano a vivere in un ambiente che non riconoscono anche se con la loro famiglia.

Ad avere sottolineato questo particolare è stato il pediatra Italo Farnetani, professore ordinario di Pediatria all’Università Ludes-United Campus of Malta, che nella sua lunga esperienza si è trovato a dover tranquillizzare molti genitori preoccupati per la difficoltà di addormentarsi, l’inappetenza, l’irritabilità o il mal di pancia dei bambini in vacanza. Questi infatti sono solo alcuni dei sintomi riscontrati nei più piccoli.

Bambino e mal di vacanza, i consigli del pediatra

Si tratta di un problema passeggero che in genere si palesa nel momento in cui il bambino si trova in vacanza e quindi lontano dalle sue abitudini quotidiana: “In genere i sintomi del mal di vacanza non si presentano tutti insieme, ma a seconda del bambino ne prevale uno o più. La difficoltà ad addormentarsi, o o i risvegli durante la notte e prima al mattino. I piccoli possono mostrare inappetenza, accentuata anche dal fatto che il caldo deprime l’appetito” ha ammesso il pediatra e ancora: “Possono essere presenti irrequietezza, talvolta crisi di pianto, e anche una maggior aggressività. Altri sintomi potrebbero essere anche un mal di testa che il bambino di meno di 6 anni riferisce come sensazione di giramento di testa. O dolore addominale, che però non è mai duraturo, ma si presenta con crampi, crisi acute di dolore che regrediscono rapidamente e non durano mai più di mezz’ora. In genere questo fastidio è riferito intorno all’ombelico. In alcuni casi può essere presente anche vomito e stipsi”.

Quindi la domanda che sorge spontanea è che cosa fare in questi casi, i punti da seguire sono alcuni:

Viaggiare con un neonato

I bambini molto piccoli, hanno esigenze particolari, anche se in confronto a quelli più grandi sono più facili da gestire. Una delle domande più frequenti dei genitori è quando il neonato può iniziare a viaggiare. La risposta è che non esiste un’età minima, ma è comunque opportuno aspettare almeno i 10 giorni di vita, dopo essere usciti dall’ospedale.

Dove portarlo

Mare, campagna o montagna? L’ultima rappresenta una buona scelta per una vacanza con un neonato. Il clima è più fresco rispetto alla città o al mare e aiuta anche il rilassamento e il sonno. L’importante è non superate i 2500 metri di altitudine. È consigliato inoltre, rimanere qualche giorno nello stesso posto, piuttosto che un weekend che non permetterebbe al piccolo di abituarsi.

Come viaggiare?

Non esistono controindicazioni per nessun mezzo di trasporto, quindi spesso sono più i genitori a farsi problemi piuttosto che le reali necessità di un neonato. Se si sceglie l’auto, fondamentale è il seggiolino o l’ovetto ben ancorato, con il sistema antiabbandono. Si possono usare i parasole per creare una costante zona d’ombra e non esagerare con l’aria condizionata.