Proseguono le dure critiche nei confronti di Barbie e il suo supposto femminismo cieco, che alimenterebbe una discriminazione di genere.
Dopo aver superato il miliardo di dollari al botteghino, Barbie sembra ormai divenuto un vero e proprio fenomeno di massa, che continua a generare polemiche su polemiche, in merito ai messaggi sociopolitici contenuti al suo interno.
Adesso, alcune frange di spettatori, sembrano contestare fortemente il convinto femminismo costantemente espresso dalla sceneggiatura che, secondo questi detrattori, rischierebbe di svalutare la figura dell’uomo.
Si ribaltano i ruoli e, ora, sono gli uomini a protestare nei confronti di una supposta rappresentazione distorta del proprio sesso. “Gli uomini sembrano degli idioti nel film”, “questo è quello che vogliono le femministe! Il matriarcato”, “questa è discriminazione nei confronti degli uomini”… ne abbiamo sentite tante negli ultimi giorni, da parte di uomini non propriamente entusiasti nei confronti di una rappresentazione volutamente caricaturale della figura maschile. Il film della Gerwig porta all’estremo le contraddizioni del maschio contemporaneo, attraverso una messa in scena costantemente sopra le righe, in cui le donne appaiono inevitabilmente come le uniche detentrici di un intelletto quantomeno sufficiente. Alcuni spettatori non hanno gradito la cosa, decidendo di contestare con forza il necessario patto narrativo che la regista ha tentato di instaurare.
Tra i più indignati, ecco Bill Maher, comico statunitense, che su twitter ha duramente criticato il prodotto concepito dalla Gerwig e dal marito Noah Boumbach, stimato regista che ha messo la firma sulla sceneggiatura: “Speravo che Barbie non fosse una predica, non portasse l’odio per gli uomini”. Nel suo Tweet, Maher ha anche fatto riferimento alla fallace rappresentazione del gruppo amministrativo Mattel che il film compie: “Posso leggere il mondo intorno a me e posso leggere i dati. Il vero consiglio di amministrazione Mattel è uno specchio piuttosto fedele del Paese: il 45% dei 449 posti nel consiglio di amministrazione occupati lo scorso anno nelle aziende in Fortune 500 erano occupati da donne. La verità è che non sono io quello che vive nel passato”. Parole che manifestano un certo sdegno nei confronti della caricatura avvenuta nel film.
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