Per realizzare la casa dei sogni, la produzione ha esaurito le scorte internazionali della tipica tonalità della bambola più famosa al mondo
Per realizzare Barbieland in grandezza naturale la regista del film, Greta Gerwin, e la scenografa hanno deciso di non ricorrere alla tecnica computerizzata, ma a quel punto tutto doveva essere dipinto di rosa e le scorte di colore sono andate immediatamente esaurite.
Barbie è una linea di fashion doll commercializzata dalla Mattel a partire dal 9 marzo 1959 e incentrata su una giovane donna statunitense. Il vero nome di Barbie è Barbara Millicent Roberts ed è nata a Willows, Wisconsin. È la bambola più venduta al mondo ed è stato anche il primo giocattolo ad avere una strategia di mercato basata massicciamente sulla pubblicità televisiva.
Non è una bambola, è un’istituzione. Non è un giocattolo è un’icona per intere generazioni. Di Barbie nelle varie edizioni si stima che ne siano state vendute, in almeno 150 nazioni, oltre un miliardo e la Mattel ha dichiarato che vengono vendute tre Barbie al secondo, ecco perché da più di 60 anni rappresenta l’idea più geniale nel campo dei giocattoli. Hollywood non poteva mancare di sigillare il successo con un film dedicato alla bambola dei sogni di tante bambine e ragazze. Ma per realizzare il mondo di Barbie la produzione ha pensato bene di non ricorrere a nessun ritocco computerizzato ed è stato deciso di ricostruire Barbieland a misura d’uomo, dove gli attori potessero davvero interagire completamente nel mondo magico e fantastico della bambola più famosa al mondo. Ma per riprodurlo a grandezza naturale sono stati necessari quintali e quintali di vernice rosa provocando una carenza internazionale del prodotto e mettendo in crisi l’intera fornitura globale di un’azienda molto importante nel settore dei colori .I problemi tecnici sono stati confermati anche dai vertici dall’azienda di vernici Rosco, che ha lavorato alla produzione del film. “Hanno usato tutta la vernice che avevamo. Gli abbiamo dato tutto quello che potevamo dargli, ci hanno ripuliti”, ha riferito l’azienda che ha lavorato per fornire la vernice al film. “Il mondo ha finito il rosa», ha così confermato la scenografa del film Sarah Greenwood.
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