Ridley Scott sembra essersi pentito amaramente di non aver diretto il sequel del leggendario primo Blade Runner.
Blade Runner del 1989 è senza alcun dubbio uno dei film più importanti della storia del cinema e, il suo regista, Ridley Scott, sembrerebbe essersi pentito di non aver diretto il sequel, che fu affidato, nel 2017, a Dennis Villenueve, regista di Dune.
Il sequel di Blade Runner, chiamato Blade Runner 2049, nonostante i numerosi paragoni impietosi nei confronti del primo capitolo, è stato piuttosto apprezzato dalla critica e dal pubblico, ma la magia del primo film con protagonista Harrison Ford, non sembra essere stata replicata.
Un rimorso indelebile
Il film di Villeneuve è perfetto, non presenta errori, ne imperfezioni, ne tanto meno disattenzioni, ma il desiderio di vederlo affidato al caro vecchio Ridley riecheggia inevitabilmente in chiunque abbia amato il primo rivoluzionario film. La firma registica di Scott è netta e splendidamente riconoscibile anche nei suoi ultimi film e, nonostante la mano di Villeneuve abbia poco da invidiare ad altri registi conosciuti, la curiosità di vedere quale sarebbe stato il risultato con Scott, probabilmente non verrà mai saziata. E proprio la medesima amarezza che ha espresso lo stesso Ridley durante un’intervista a Deadline, in cui ha manifestato il profondo rimorso per aver rifiutato la regia.
Le parole del regista ormai 85enne sono, come spesso accade, piuttosto dirette e prive di orpelli: “Non avrei dovuto prendere quella decisione. Ma dovevo. Avrei dovuto fare Blade Runner 2”, semplice e coinciso, ma sufficientemente pentito da riuscire a trasmettere il sentimento provato. L’acclamato regista, arriverà nei prossimi mesi con uno dei film più attesi dell’anno, Napoleon, che si prepara a estasiare nuovamente gli appassionati, ma anche gli spettatori più mainstream. Nonostante l’età, Ridley sembra ancora perfettamente in grado di confezionare prodotti audiovisivi di pregevole fattura, come testimoniato dallo splendido The Last Duel e dagli stessi trailer di Napoleon, in cui non più che emergere l’impressionante capacità di rappresentare epoche e avvenimenti a noi lontani.