1 milione e 600 mila lavoratori e lavoratrici impiegati possono sorridere, troveranno l’aumento tanto atteso nello stipendio di luglio
Per i lavoratori lo stipendio di luglio potrebbe essere decisamente più cospicuo rispetto agli altri: a pesare ci sono la quattordicesima, il conguaglio per la dichiarazione dei redditi e anche l’incentivo per coloro che hanno l’Isee sotto i 2.692 euro. Tali agevolazioni possono anche portare a triplicare quanto percepito.
Nel mese di giugno la busta paga dei metalmeccanici lieviterà di circa 123 euro. L’aumento previsto per la categoria è stato concordato da Federmeccanica, Assistal e Fim, Fiom e Uilm in seguito all’elevato livello di inflazione nel 2022.
Aumenti previsti in busta paga
Luglio sarà ancora una volta un mese fortunato per milioni di lavoratori. Se negli anni scorsi in questo mese scattavano solitamente i bonus, che nel 2022 furono di 200 euro, in questo caso ci sarà anche il taglio del cuneo fiscale, a cui si aggiungeranno anche quattordicesima e rimborso Irpef per una busta paga sicuramente più pesante. In particolare poi per la categoria dei metalmeccanici ci sarà un bonus diverso che riguarderà oltre un milioni e mezzo di lavoratori al fine di contrastare gli effetti dell’inflazione. Grazie a un accordo tra le parti è stato infatti approvato un aumento di 123 euro a partire dal mese di giugno. Tale incremento dello stipendio è quindi dovuto alla nota legata alla “clausola di salvaguardia” che è stata inserita due anni fa all’interno dei cosiddetti contratti collettivi nazionali dei lavoratori, una clausola che va a determinare un effetto immediato sui trattamenti minimi.
Non sarà un bonus “una tantum”
E la buona notizia è che il “bonus” non sarà una tantum, è il merito è proprio della clausola di salvaguardia introdotta nel rinnovo di contratto firmato nel 2021, con il quale è stato stabilito che gli aumenti stipendiali riconosciuti e da riconoscere negli anni a venire a tutti coloro che sono impiegati con il Ccnl Metalmeccanici devono tener conto dell’andamento del costo della vita. Nell’ipotesi in cui il tasso d’inflazione registrato fosse maggiore rispetto a quello definito all’interno del contratto ci sarebbe stato un impatto sui minimi. Questo porterebbe ad aumenti oltre i 27 euro definiti nel momento della stipulazione del contratto.
Ecco perchè l’incremento sarà quindi di 123,40 euro medi al mese. Questo significa un aumento di 6,6 punti percentuali ovvero un surplus di 96,4 euro. “Si tratta di una soluzione positiva, unica nel panorama contrattuale del nostro Paese, originale e frutto di un contratto innovativo e maturo. Determinare gli aumenti salariali durante e non solo a fine contratto è una scelta pragmatica e molto utile”, ha dichiarato Roberto Benaglia, segretario generale Fim-Cisl, che ha aggiunto, “certo questo importante risultato lascia aperta una verifica complessiva sulla difesa dell’intero potere di acquisto delle buste paga, che andrà verificata a fine contratto”.