Busta paga di luglio: è possibile avere un aumento rispetto a quanto si è percepito fino a questo momento?
Non è una notizie nuova quella che ha a che fare con l’aumento di stipendio previsto tra Giugno e Luglio grazie al taglio del cuneo fiscale che è stato messo in atto dal Governo Meloni con il Decreto Lavoro del 4 maggio scorso.
Sono diverse le persone che potranno usufruire di questo beneficio, ma per potersi regolare al meglio, la prima cosa da fare è quella di tenere a mente le regole e quindi cominciare con il calcolo dello stipendio netto partendo dal lordo: “Nel dettaglio, sull’importo imponibile lordo indicato in busta paga si procede in primo luogo a calcolare i contributi dovuti all’Inps, per la parte che grava sul lavoratore, dopodiché sul lordo, al netto dei suddetti contributi, si calcola l’Irpef con le relative addizionali” questo si legge su Money.it.
E quindi la prima cosa da fare è quella di prendere in considerazione l’importo lordo e scoprire la quota di contributi dovuta, inseguito questa viene sottratta dall’imponibile e su questo risultato si calcola l’Irpef dovuta, considerando però eventuali detrazioni. Ma entriamo nel dettaglio.
Busta paga di Luglio: ecco come calcolare l’aumento di stipendio
Come detto prima sono tanti gli utenti e i beneficiari che con il mese di Luglio vedranno aumentare anche il loro stipendio, tanto per cominciare la cosa da tenere a mente è che questo interesserà le buste paghe che hanno un imponibile lordo pari o inferiore a 2.962 euro.
Cosi come si legge su Money.it, i casi da tenere a mente sono:
- per chi guadagna meno di 1.923 euro l’aliquota contributiva è stata tagliata del 3%, scendendo quindi al 6,19% o 5,80% a seconda del settore d’impiego;
- per chi guadagna più di 1.923 euro ma meno di 2.692 euro, invece, il taglio è del 2%, con l’aliquota che scende quindi al 7,19% o al 6,80% in base al settore.
“Come anticipato, però, tra giugno e luglio lo sgravio aumenterà ancora, arrivando al 7% per chi guadagna meno di 1.923 euro, al 6% per tutti gli altri (ma comunque sotto i 2.692 euro). Ne risulterà quindi un’aliquota rispettivamente del 2,19% e 3,19% nel privato, 1,80% e 2,80% nel pubblico. Individuato l’importo lordo, e applicata la relativa aliquota in base al settore di appartenenza, vi basterà quindi applicare la relativa formula: Stipendio lordo * aliquota contributiva. A questo punto, sottraete il risultato dall’importo lordo. Sul nuovo importo bisognerà calcolare l’Irpef, per la quale valgono le seguenti percentuali” si legge ancora sulla nota ufficiale dell’Inps.
Infine per chi entra nella fascia di reddito compresa tra i 25.000 e i 35.000 euro, ci sta anche da tenere conto di un importo della detrazione maggiorato di 65 euro.