Il numero uno della FIGC ha parlato dei problemi del calcio italiano e del lavoro della Federazione per costruire un futuro più sostenibile
In un’intervista pubblicata dal settimanale l’Avvenire, il Presidente della Federazione Gioco Calcio Italiana, Gabriele Gravina, ha fatto il punto sullo stato di salute del calcio italiano e delle società ancora impegnate in un percorso di risanamento economico.
La stagione appena conclusa ha visto da una parte una piccola rinascita sportiva del calcio italiano dal punto di vista dei club, che hanno visto portare una squadra in tutte le finali delle coppe europee, mentre dall’altra continua a faticare la Nazionale di Roberto Mancini chiamata ora a qualificarsi al prossimo campionato europeo dopo aver fallito l’ultimo mondiale.
Un’annata in chiaroscuro per il calcio italiano quella appena conclusa. Il grande trionfo del Napoli in campionato ha portato una ventata di gioia per una intera regione e molte novità per l’intera serie A. Tre finaliste nelle varie coppe europee sono un buon risultato se paragonato al trend degli ultimi anni in Europa, anche se poi nessuno è riuscito a conquistare il trofeo. Ma dall’altra parte le infinite polemiche sulla vicenda Juventus, anche a sentenze avvenute, hanno di nuovo portato alla ribalta molti problemi non ancora risolti.
Di questo e molto altro ha parlato in un’intervista il presidente della FIGC Gravina mettendo subito in rilievo l’importanza nell’economia italiana dell’industria calcio: “Non va dimenticato che il calcio è una grande industria che genera qualche miliardo di euro, ed è una leva cruciale della nostra economia che si riflette su 12 diversi settori merceologici”. Sulle soluzioni per il futuro, il presidente federale ha le idee molto chiare: “Il punto di partenza per guarire il calcio malato è prendere coscienza del forte indebitamento e intervenire in maniera chirurgica e non con una semplice pastiglia. Essendo una crisi entropica, quella del sistema calcio non si cura solo con una terapia sotto il profilo normativo. Piuttosto serve un cambiamento di tipo culturale. Un nuovo corso di informazione e di formazione”.
La classifica del massimo campionato italiano è stata riscritta almeno tre volte durante la stagione, a causa della vicenda della Juventus, e questo non ha giovato alla regolarità della competizione. “Negli ultimi tempi alcune scelte della nostra Federazione sono fonte di impopolarità, di reazioni scomposte da parte di gruppi di facinorosi che usano anche mezzi inconsueti per intimidire, ha specificato Gravina, “noi non ci prestiamo a nessun tipo di strumentalizzazione, tanto meno politica e puntiamo esclusivamente sulla conoscenza. Alcuni attribuiscono alla mia persona la colpa di non aver riformato la giustizia sportiva, e qui siamo sul piano della mancanza di conoscenza. La giustizia sportiva della FIGC con la riforma 2019 ha inserito la perentorietà dei termini. Ha individuato tempi molto ristretti che nel rispetto dell’esercizio del diritto di difesa consentono una definizione rapida dei giudizi. I problemi dunque non sono da ricercarsi nella giustizia federale”. La chiusura è dedicata alla Nazionale e al fatto che tutti siano rimasti delusi dalla mancata qualificazione al Mondiale e poi alle Olimpiadi, ma siamo pur sempre Campioni d’Europa in carica dopo ben 37 partite di imbattibilità.
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