I numeri del calcio italiano sono stati esposti dal Presidente della FIGC, Gabriele Gravina, in un intervento a Sky Sport. Numeri che evidenziano alcune situazione in modo piuttosto evidente….
Il calcio è ancora lo sport più amato dagli italiani che lo seguono e lo giocano. Basti pensare che sono 1,4 milioni i tesserati in Federazione Italiana, quindi in tutte le categorie calcistiche.
Se la FIGC fosse una città, sarebbe la terza più popolosa del Paese dopo Roma e Milano. Nell’ultimo biennio sono aumentate anche le partite giocate che sono passate da 43.490 a 480.482 tra il 2020/21 e il 2021/22. L’impatto economico del calcio praticato a tutti i livelli, ha generato un giro d’affari di oltre 4,5 miliardi di euro che ha inciso positivamente sui settori strategici della salute, dell’economia e della socialità. Il calcio rimane una passione da giocare e da guardare. Il 57% degli italiani lo segue e i 50 programmi più seguiti nella storia della tv italiana, sono proprio partite di calcio (47 della Nazionale). Il calcio ha un impatto sul PIL pari a 11,1 miliardi di euro, con quasi 130 mila posti di lavoro attivati. Il calcio produce ricavi diretti per cinque miliardi di euro coinvolgendo dodici settori merceologici: Comunicazione e social media, turismo e accommodation, impiantistica sportiva, consumi e servizi, trasporti, abbigliamento sportivo, medicina sportiva e farmaceutica, scommesse sportive, food&beverage, videogiochi e gaming, cultura e istruzione, televisioni e pubblicità.
Calcio, come sta il movimento? I numeri
Il calcio partecipa per oltre un miliardi di euro nella contribuzione fiscale e previdenziale. I 99 club di calcio professionistico incidono per il 73,1% della contribuzione del settore sportivo italiano. Negli ultimi 15 anni, l’ammontare della contribuzione del calcio è stato di 16,8 miliardi di euro. Soffermandosi proprio sugli ultimi 15 anni, per ogni euro “investito” dal Governo italiano nel calcio, il Sistema Paese ha ottenuto un ritorno in termini fiscali e previdenziali pari a 18,9 euro. Il covid ha avuto un impatto devastante sul calcio, la pandemia è costata 3,6 miliardi di euro. Nel triennio segnato dal Covid-19, nell’82,6% dei casi i club professionistici hanno chiuso il proprio bilancio in rosso. Anche la crescita non è stata armonica: l’aumento dei ricavi è stato quasi sempre necessario per coprire l’aumento degli stipendi e di ammortamenti e svalutazioni. L’indebitamento totale è cresciuto dai 4,8 miliardi del pre-Covid ai 5,6 del 2021/22 (+17,2%).
In termini di investimenti sono tre i settori su cui la federazione vuole spingere sull’acceleratore: stadi e infrastrutture, miglioramento nell’utilizzo dei vivai e maggiori risorse per il capitale umano.