La Cchf è stata individuata per la prima volta in Crimea nel 1944, da cui prende il nome, si tratta di un virus trasmesso dalle zecche e per essere meglio precisi dal Nairovirus che appartiene alla famiglia dei Bunyaviridae.

Questo tipo di virus, stando alle parole dell’Oms: “Nei casi più gravi anche ittero, sbalzi d’umore e percezioni sensoriali rientrano tra i sintomi causati dal virus. Alcuni animali, come bovini, ovini e caprini, sono sensibili al virus. Gli esseri umani possono contrarlo se vengono morsi da una zecca portatrice o entrando in contatto con sangue o tessuti di animali infetti durante e subito dopo la macellazione”.

Nel caso in cui infatti si venisse morsi da una zecca infetta, il periodo di incubazione del virus può durare tra i 3 e i 9 giorni e non finisce qua, le persone possono trasmettersi il virus anche attraverso il contatto con il sangue, le secrezioni o altri fluidi corporei.

Chi guarisce lo fa intorno al nono o decimo giorno dopo essersi ammalato. Chi soccombe alla malattia muore in media nella seconda settimana di malattia.