Per coloro che vogliono dare una svolta alla routine quotidiana, esistono dei luoghi in cui ricominciare non è difficile
Sarà capitato a tutti, almeno una volta, di pensare di cambiare vita, preparare i bagagli, lasciare il lavoro e ripartire da zero in un’altra città e magari in un’altra nazione. Non sono molti poi coloro che hanno il coraggio di azzardare e ricominciare da zero, ma i numeri di quelli che lasciano il proprio Paese sono in continuo amento; un dato che si ingrandisce a macchia d’olio se prendiamo in esame l’Italia come posto di partenza e la crisi economica che sta padroneggiando.
Ad ogni modo, qualunque sia il motivo che spinge le persone a cambiare aria, è necessario valutare bene il luogo di destinazione e per fare ciò, anche per il 2023, il settimanale inglese The Economist ha pubblicato la classifica annuale sulle città più piacevoli al mondo. La scelta viene effettuata dall’Economist intelligence unit (Eiu), l’unità di ricerca e analisi associata al settimanale. Il punteggio è basato su una serie di parametri fortemente indicativi della qualità della vita, tra cui la stabilità politica, la cultura, l’ambiente, l’istruzione e le infrastrutture.
La top 10 dei Paesi in cui vivere
La Top 10 delle città più vivibili al mondo vede impegnate “solo” sette nazioni: l’Austria con Vienna (1), la Danimarca con Copenhagen (2), l’Australia con Melbourne (3) e Sydney (4), il Canada con Vancouver (5), Calgary (7) e Toronto (9), la Svizzera con Zurigo (6) e Ginevra (8), il Giappone con Osaka (10) e la Nuova Zelanda con Auckland (10).
Tra le città più piacevoli del 2023, la top ten è quindi di nuovo monopolizzata da Vienna, che conquista il primo posto per la quarta volta e per il secondo anno consecutivo. Così come l’anno scorso, è Damasco (Siria) a occupare l’ultima posizione in classifica.
I punteggi globali delle 173 città prese in considerazione sono migliorati, passando da una media di 73,2 su 100, a una media di 76,2, ossia il miglior risultato degli ultimi 15 anni. Un miglioramento dovuto anche alla fine della crisi pandemica. Il miglioramento più marcato è stato rilevato nella categoria “sanità” e piccoli incrementi ci sono stati anche per educazione, cultura, ambiente e infrastrutture. E’ chiaro che non siano ‘peggiorate’ le città ai primi posti, ma che quelle che si trovano dietro nell’elenco hanno avuto appunto un miglioramento in questo ultimo anno soprattutto, quando la vita è tornata, più o meno, ai ritmi che c’erano prima del Covid.