E’ stato approvato mercoledì scorso un ordine del giorno per accogliere l’impegno che l’Italia aveva con l’Ue che aveva definito il canone un onere improprio
Si prospetta un altro cambio di rotta per il canone Rai. Con il governo a conduzione Giorgia Meloni l’imposta sulla detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione di radioaudizioni televisive non comparirà più.
Il canone Rai era stato inserito in bolletta a partire dal luglio 2016. Il principio per il quale fu introdotto questo sistema era legato al fatto che così il canone si poteva rateizzare e anche per contrastare l’evasione fiscale arrivata oltre il 50%. L’importo del canone, oggi salito fino a 110 euro, viene addebitato per famiglia anagrafica, indipendentemente dal numero di televisori posseduti.
Il governo punta a eliminare il canone Rai dalla bolletta elettrica, perché così chiede l’Unione europea. Nello stesso tempo però deve trovare il modo per evitare che un’evasione massima dell’imposta televisiva, come accadeva regolarmente nel nostro Paese fino al 2016, affondi il bilancio già fragile di Viale Mazzini. L’ipotesi, all’ordine del giorno presentato da Maria Laura Paxia, del gruppo Misto, si è delineata con il via libera al decreto energia approvato mercoledì scorso alla Camera, prevedendo così di adottare misure normative dirette a scorporare il canone Rai dal 2023. La stessa deputata ha sottolineato che così si dà “seguito all’impegno che l’Italia aveva con l’Ue di scorporare il canone Rai in quanto onere improprio”. Ma la strada è tutta in salita, anche perché l’ordine del giorno ha una valenza politica, ma non è vincolante per il Governo.
Il prossimo step prevede l’apertura di un tavolo tecnico tra Governo e TV di Stato per trovare le possibili soluzioni alternative per consentire ai cittadini di pagare il Canone Rai e, al contempo, ridurre il più possibile il tasso di evasione. Il sistema attuale, introdotto dal Governo Renzi, non dispiace né al Ministero tanto meno all’Agenzia delle Entrate, in quanto garantisce un gettito costante. Il tira e molla sul canone era iniziato dal 2021, senza contare tutte le polemiche che di fatto lo hanno accompagnato dalla sua introduzione, quando il Ministero, accogliendo una richiesta della Commissione Europea, in uno schema della legge sulla concorrenza prima e in una relazione di attuazione del PNRR poi, aveva indicato come obiettivo l’eliminazione degli oneri impropri nella bolletta. Non che il pagamento in bolletta abbia fatto diminuire gli evasori, con la somma non riscossa che è salita da 225,3 milioni, del 2017, a oltre 248 milioni nel 2020, ultimo anno in cui è stato fatto un censimento.
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