E’ diventato suo malgrado famoso in tutta Italia per colpa del prezzo dei carburanti che vende nella stazione di servizio sull’autostrada verso Milano
Durante l’esodo e il controesodo estivo ha tenuto banco il prezzo alle stelle dei carburanti presso tutte le stazioni di servizio, tanto da costringere ad intervenire anche il governo cercando di calmierare il prezzo alla pompa.
Citato nei titoli di tutti i telegiornali della settimana, insultato e minacciato sui social, il gestore della stazione di servizio sull’autostrada A8, quella che conduce da Milano a Varese dove il prezzo della benzina in modalità self service ha raggiunto a ferragosto i 2,722 litri al litro, è soltanto l’ultima vittima, dopo gli stessi automobilisti, di questa folle estate dei prezzi dei carburanti.
Ad agosto è entrato in vigore l’obbligo di esposizione del cartello con i prezzi medi regionali o nazionali della benzina. È una delle soluzione pensate dal Governo per evitare possibili speculazioni da parte delle compagnie petrolifere. Una soluzione che però non ha impedito di rovinare le vacanze di milioni di italiani che hanno visto aumentare vertiginosamente e soprattutto senza una motivazione apparente, il costo di ogni pieno di benzina necessario per raggiungere l’agognato luogo di villeggiatura. In questa sollevazione popolare di cori di protesta da tutta la penisola, il clamore più grande lo ha destato la stazione di servizio “Villoresi Ovest”, sull’autostrada dei Laghi che da Milano porta a Varese, che è finito per essere agli occhi di tutti gli italiani, il benzinaio più caro d’Italia. Il self service a 2,72 euro al litro per la verde e 2,61 per il diesel, prezzi decisamente incredibile e fuori qualsiasi logica.
Il gestore della pompa di benzina più cara d’Italia però non ci sta e si difende dalle accuse di speculare sul prezzo. “Da me la benzina costa così tanto da due anni. Sono in causa con la società petrolifera, che per questo mi vende la benzina a un prezzo più alto degli altri”, racconta il gestore, sposato e padre di tre figli, “il prezzo di cessione, il 25 luglio scorso, era a 2,352. E per contratto non posso comprare da un’altra parte. Quindi, a mia volta, devo per forza aumentare il prezzo per pagare i costi. Mi stanno facendo fallire, ho dovuto fare richiesta di concordato. Vogliono mandarmi via ma non ci riusciranno”. Essere messo alla berlina, finire sulle prime pagine dei giornali e nei servizi televisivi, non ha fatto certo piacere al gestore lombardo che ha già visto gli affari ridursi notevolmente, passando da 10 milioni di litri all’anno ad appena un anno e ora, dopo questa pubblicità non di certo positiva, la situazione difficilmente migliorerà.
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