Per tantissime famiglie arriva la stangata legata ai prezzi dei centri estivi: si parla di cifre non accessibili a tutte le tasche.
Non ci sono dubbi sul fatto che anche in estate la maggior parte dei genitori si trovano con poche ferie e la necessità di trovare qualcuno a cui affidare i propri figli quando sono a lavoro e quando non hanno la disponibilità dei nonni.
La soluzione migliore pare essere quella dei centri estivi che ormai da anni sono presenti davvero ovunque, eppure il problema non da poco è quello economico: le spese da sostenere infatti non sono davvero da poco.
La spesa media per le famiglie arriva fino (e a volte anche oltre) i 2mila euro a figlio se si è costretti a rivolgersi a strutture private. Va un po’ meglio per quelle comunali e gli oratori, ma trovare posto è quasi impossibile. Insomma una scelta che non è per niente da considerarsi facile ma che delle volte è davvero inevitabile specialmente per chi vive in città. Ma entriamo nel dettaglio.
Insomma la scelta da prendere non è ma cosi semplice ma delle volte pare essere davvero inevitabile specialmente per chi vive in città e non ha a disposizione l’aiuto dei nonni e deve per forza ricorrere ai centri estivi.
Un esempio su tutti è quello di Milano: dalla fine della scuola alla prima di settembre (escludendo quindi le classiche prime tre settimane di agosto) può arrivare a costare anche 2.160 euro. Ad averlo sottolineato è stato il sito Altroconsumo nel corso della lunga ricerca che è stata pubblicata da Il Messaggero, che ha raccolto i prezzi di Milano e Roma per comprendere quali sono le alternative dei genitori di un figlio che frequenta la scuola elementare e quanto potrebbero pesare sul loro portafoglio.
“I centri estivi comunali (tanto a Roma quanto a Milano) adottano una politica di tariffe variabili in base all’Isee della famiglia. A Milano, ad esempio, è previsto il pagamento di un contributo minimo di 8,70 euro (per un periodo fisso di dieci giorni) fino a un massimo di 211,70 euro. Nel primo caso si parla di Isee in effetti molto bassi (tra i 3.000 e i 4.000 euro), mentre il contributo massimo viene applicato per gli Isee di importo superiore a 40.000 euro. Nelle strutture private, la tariffa prevede generalmente una quota di iscrizione (in 37 casi su 57), in molti casi da pagare separatamente rispetto alla quota settimanale. Le quote d’iscrizione vanno da un minimo di 10 euro fino a un massimo di 60 euro. Alle quali occorre aggiungere il costo settimanale” si legge sempre dalla ricerca effettuata.
La soluzione ricercata dal Governo e in particolare dal Ministro dell’Istruzione Valditara è quella di tenere le scuole aperte anche in estate su base volontaria cosi da potere anche andare incontro alle esigenze di tante famiglie.
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