De Laurentiis ha scelto Rudi Garcia per la successione di Luciano Spalletti sulla panchina del Napoli. Nella lista del patron azzurro c’erano diversi nomi e tra loro anche Christophe Galtier.
Il suo futuro è ancora oggi un rebus. Il PSG sembra ormai convinto ad esonerarlo, eppure ancora non l’ha fatto. Su di lui cera il Napoli che, però, alla fine ha deciso di puntare tutto su Rudi Garcia.
Christophe Galtier vive giorni di passione, in sospeso tra il presente e quello che potrebbe essere il suo futuro. Magari nuovamente all’estero, dopo diciassette anni dall’ultima volta, quando s’era seduto sulla panchina del Portsmouth, ma solo come vice di Alain Perrin che seguirà pure al Sochaux, al Lione e al Saint-Etienne. Poi Perrin viene esonerato e Galtier inizia la sua avventura come primo allenatore proprio con il Saint-Etienne nel 2009. Sulla panchina dei Verts rimane otto anni, portando la squadra – presa sull’orlo della zona retrocessione – fino alla qualificazione in Europa League e alla vittoria della Coppa di Lega nel 2013. I successi con il Saint-Etienne gli valgono la chiamata del Lille ed è lì che incrocia Victor Osimhen, solo una stagione insieme, quella 2019-2020, chiusa dal nigeriano con 18 gol stagionali. Poi Osimhen parte direzione Napoli, mentre Galtier rimane sulla panchina del Lille e vince addirittura la Ligue 1 battendo la corazzata PSG.
Il ritratto di Galtier
Galtier si sposta ancora, va al Nizza, in Costa Azzurra, la proprietà gli promette investimenti e un grande progetto, lui con i rossoneri chiude al quinto posto in classifica, portando comunque il Nizza alla qualificazione in Conference. E alla fine ecco la grande chiamata del PSG con cui Galtier conquista la sua seconda Ligue 1, pur non riuscendo a entusiasmare, a entrar nel cuore dei tifosi parigini, colpa anche di uno spogliatoio spaccato, con troppe anime e giocatori che forse non erano funzionali al suo calcio. Galtier è un classe ’66, è nato e cresciuto a Marsiglia, nei quartieri popolari della città, fianco a fianco con l’amico Eric Cantona.
In Italia lui c’è già stato, era la fine degli anni ’90, la carriera di Galtier calciatore, ruolo difensore, era agli sgoccioli e lui accettò la proposta del Monza in Serie B. Esperienza che durò solo un anno. Le squadre di Galtier non hanno dogmi tattici particolari, sono compatte, cercano di fare densità e sviluppano molto in verticale.