La ricerca, realizzata da Unieruro in collaborazione con Ipsos e con la direzione scientifica di Paolo Crepet, diventa anche un Libro Bianco
Vivono soprattutto al Sud i “bramosi di ammirazione”, una delle 8 comunità individuate nell’indagine condotta sui comportamenti che la Generazione Z ha di sé sulle piattaforme online. La ricerca, condotta da uno dei brand più famosi della tecnologia italiana (Unieuro) su un campione di circa 1.200 ragazzi di età compresa tra i 14 e i 19 anni attivi sui principali social media, è stata realizzata in collaborazione con Ipsos e con la direzione scientifica di Paolo Crepet, che diventa anche un Libro Bianco, nato dall’Osservatorio Schermi Futuri, promosso da Unieuro per comprendere la relazione tra le persone e la tecnologia.
Chi sono e cosa vogliono i giovani dal punto di vista tecnologico? Cone usano i social e cosa vogliono ottenere? E’ stato realizzato il primo progetto di analisi che vuole supportare, anche tramite la ricerca scientifica, la comprensione di tutti quei fenomeni che l’innovazione porta con sé fornendo una fotografia reale dei fenomeni che spesso, in maniera silenziosa, impattano sulle persone nella loro avventura alla scoperta dell’infinito potenziale che la tecnologia porta con sé. Il primo capitolo di questo percorso è dedicato alla Generazione Z – i cosiddetti zedder, ovvero adolescenti e giovani fino ai 24 anni – con tre obiettivi principali: esplorare i comportamenti dei giovani sui social media, cogliere le loro sensazioni sia all’interno degli ecosistemi social sia come possibili effetti che questi possono provocare sulle loro sfere emotive personali, scoprire l’eventuale correlazione tra la percezione che i ragazzi hanno di se stessi nella vita quotidiana ed il loro modo di usare le piattaforme online.
“La ricerca – si legge nel comunicato – è stata condotta su un campione di circa 1.200 ragazzi di età compresa tra i 14 e i 19 anni attivi sui principali social media (Facebook, Instagram, YouTube, TikTok, Twitch e Twitter), attraverso sondaggi via web e interviste face-to-face online, con domande di profilazione e sui comportamenti online, sulle emozioni provocate dai social e su come ci si auto-percepisce sulle diverse piattaforme. Dall’analisi condotta sui comportamenti e sulle auto-percezioni che gli zedder hanno di sé
sulle piattaforme sono state identificate otto comunità, con denominazioni evocative di
altrettanti stati d’animo o sensazioni”.
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