A ottobre si celebra un mese intero dedicato alla sensibilizzazione verso questi animali tanto dolci quanto condannati a una triste nomea
Quello inglese è uno dei pochissimi proverbi a favore dei poveri gatti neri, forse l’unico: “Nella casa dove vive un gatto nero non mancherà mai l’amore”. Ma è veramente l’unico a parlar bene dei gatti con il pelo nero, perché da secoli questi gattini sono stati oggetto di superstizioni e additati come portatori di sventure.
Per questa ragione, dopo la giornata del gatto nero, il 17 novembre, anche l’intero mese di ottobre è dedicato alla sensibilizzazione nei confronti di questi adorabili felini, che nulla hanno da invidiare a tutti i loro “parenti” con un manto diverso.
Ottobre è il mese dedicato ai gatti neri. E’ stato scelto un mese intero per sfatare tutti i miti che hanno accompagnato il gatto nella storia, tant’è che ogni anno ne vengono sterminate alcune migliaia di esemplari. Ottobre, non una scelta casuale, si tratta infatti del periodo dell’anno che culmina nella festa di Halloween e nella Commemorazione dei defunti all’inizio del mese successivo, periodo in cui si consumano tutte le leggende e i pregiudizi verso “gli amici delle streghe”. Ma per capire il perché di questa triste nomea dobbiamo tornare indietro nella storia.
Per esempio, la sfortuna attribuita al gatto nero quando attraversa la strada deriva probabilmente dai tempi in cui si utilizzavano le carrozze e l’illuminazione era scarsa. Un gatto nero di notte era poco visibile al buio per via del colore e così faceva imbizzarrire i cavalli che se lo trovavano davanti e scaraventavano violentemente i cavalieri a terra, o poteva addirittura provocare un incidente. Un altro motivo riguarda i pirati turchi che usavano portare a bordo delle navi gatti neri per cacciare i topi, pensando che i roditori avessero più difficoltà a vederli nel buio, erano quindi considerati più abili nel dare la caccia ai topi. Quando i pirati sbarcavano in una città per saccheggiarla, anche i gatti scendevano dalla nave e, per questo motivo, vedere in giro un gatto nero divenne presagio di sventura.
Ma il periodo di gran lunga più buio per il gatto, specialmente se nero con gli occhi gialli, inizia nel Medioevo, quando il Cristianesimo si contrappone duramente alle religioni pagane. I gatti neri seguono, di pari passo, il destino delle streghe, cui si riteneva i felini fossero indissolubilmente legati. Papa Gregorio IX, con la bolla Vox in Rama, condanna il gatto nero quale incarnazione di Satana e ne pretende lo sterminio. Una storia triste e senza senso che in parte è arrivata fino ai giorni nostri. Basti pensare al fatto che i gatti neri impiegano 10 giorni di più a trovare casa rispetto ai red tabby, ovvero i soriani rossi, i mici più richiesti. Trovare un’adozione ai gatti neri è sempre stato leggermente più difficile, ma la situazione ora pare proprio essere peggiorata. In molti dicono chiaramente di non volere un gatto nero poiché meno fotogenico.
Infine, per alcuni il colore del mantello influirebbe sul carattere dei mici, i gatti rossi sarebbero più amichevoli e giocherelloni mente i neri poco socievoli. Credenze smentite anche da uno studio dell’Università di Berkeley che ha mostrato come queste idee siano frutto di una percezione differente, data appunto da pregiudizi e stereotipi. Rimane il fatto che il carattere del gatto è del tutto innato, non dipende dal colore del manto e l’affetto che dimostrano non dipende da un bisogno, ma da un’empatia davvero speciale.
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