Vincenzo Donvito Maxia, presidente di Aduc, ha postato il paragone tra i locali in Italia e quanto avviene per esempio a Bruxelles: “Dov’è qui la voce del servizio?”
In Italia, soprattutto nell’ultimo periodo, si parla spesso di caro vita e caro vacanze. Nel discorso rientrano anche i conti del ristorante (o dell’aperitivo, o dell’ombrellone), più alti rispetto al passato.
Ma cos’è che costringe quello specifico locale a rincarare i prezzi mettendo in “ginocchio” i clienti? Vincenzo Donvito Maxia, presidente di Aduc, ha utilizzato i suoi account social per una nota provocatoria: la foto di uno scontrino di una cena a Bruxelles per far notare le “usanze” all’estero, dove non ci sono le stesse voci che siamo costretti a pagare invece nella nostra nazione. Ha scritto: “Cosa c’è di strano in questo scontrino di uno dei più rinomati e storici ristoranti di Bruxelles, città con cui condividiamo doveri e diritti nella Ue? Manca il servizio e il coperto, mediamente, nei ristoranti italiani, del 12/15% e di 3-5 euro (quel coperto, italiano, che, ricordiamolo, talvolta non copre il piattino in più per dividere la pastasciutta col figliolo o il taglio di un toast in due)”.
Ecco l’aggiunta (sempre social): “Chissà come fanno a Bruxelles i ristoratori a vivere… eppure in questo locale ‘chez Leon’ c’erano decine e decine di camerieri e cuochi, tutti regolarmente assunti, ad alcuni dei quali mi sono sentito contento di dare loro quello che in tutto il mondo si chiama Tip…. e con scambio di grazie, sorrisi, conversazione sul cibo e l’umanità”.
Maxia ha continuato con le sue considerazioni: “Lascerei la Tip ad un ristorante rinomato e storico della capitale della Penisola o del centro fiorentino o veneziano o milanese o della riviera ligure, salentina, toscana, etc? Bah. Crediamo ci siano diversi approcci e, anche se l’Italia è membro importante dell’Ue, ci sono alcuni nostri aspetti che lasciano perplessi. E per i quali le spiegazioni si perdono nel chiacchiericcio a-sociale delle corporazioni quasi sempre protette da chi gestisce l’amministrazione”. La conclusione: “Il problema sorge quando ti rendi conto che, nei ristoranti con tutti questi balzelli che occultano il prezzo finale da pagare, il consumatore è come se giocasse alla roulette”.
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