Per colpa del covid, sembrano sempre di più essere in aumento i casi legati al disturbo della sessualità: le novità.
Non sembrano esserci davvero dubbi, nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia dichiarato la fine dell’emergenza Covid 19, quello che è rimasto oltre ai traumi e alle paure, sembrano essere anche delle conseguenze dal punto di vista sessuale.
“Con l’isolamento patologie latenti sono diventate improvvisamente evidenti. Si sono presentati tratti narcisistici esasperati e persecutori, come l’ossessione di avere un membro perfetto, una compulsività sessuale che va oltre la normale sessualità, fino agli atteggiamenti autodistruttivi come tagliarsi e ferirsi di proposito” sono queste le parole della psicoterapeuta e sessuologa Elena Vittoria Longhi, esperta del Centro di medicina sessuale dell’ospedale San Raffaele di Milano.
Si tratta di una emergenza vera e propria che sta in qualche modo avendo a che fare con diversi settori della nostra vita e che per nessuna ragione può essere sottovalutata. Ma entriamo nel particolare.
Covid e gli effetti sulla vita sessuale: “La pandemia ha creato conflitti”
Insomma si tratta a tutti gli effetti di una vera emergenza che di recente è stata anche affrontata, come tema principale, dallo psichiatra Furio Ravera nel seminario “Sessualità è…” alla Clinica Le Betulle di Appiano Gentile (Como) con focus su comportamenti narcisistici e ossessivi compulsivi.
Partiamo dal presupposto che le persone più interessate da questo punto di vista e per i loro effetti sono le nuove generazioni, così come le persone che avevano una personalità fluida latente, che hanno cercato l’evasione attraverso droghe, alcol e cibo o, per l’appunto, sesso online, soprattutto come effetto della mancata socialità e affettività.
“Si pensi alle conseguenze economiche della pandemia con perdita di lavoro, cassa integrazione, o alle conseguenze personali, come la perdita o la morte del partner: bruschi cambiamenti negativi che hanno inciso fortemente sulla sfera sessuale delle persone” ha ammesso l’esperto e ancora: “Il sessuologo è come un sarto che deve saper cucire l’abito giusto per il suo paziente, in un’èquipe formata di volta in volta da una serie di professionisti, che ne richiedono l’intervento. Al paziente il medico curante non dice hai bisogno di un sessuologo, ma ho bisogno che tu vada da un sessuologo. In questo modo il paziente si sente co-terapeuta nella ricerca del suo benessere psico fisico. Il sessuologo in questo senso è un facilitatore di processo”.