La morte di Gino Mader allunga la lista dei ciclisti che hanno perso la vita durante una gara. Ora occorre una riflessione.
La morte di Gino Mader lascia un vuoto incolmabile nel mondo del ciclismo e ripropone il consueto interrogativo: questo sport è sicuro? Sicuramente sono stati fatti passi avanti rispetto al passato, ma ancora oggi succedono tragedie come quella dello svizzero che porta a dire che qualcosa di più va fatto.
Lo abbiamo visto anche all’ultimo Giro d’Italia. Il nervosismo in gruppo è elevato e soprattutto le distrazioni, dovute magari alla stanchezza, sono diverse. Deve essere fatta una riflessione per capire meglio cosa si può fare per rendere più sicuro questo sport per non avere più casi Casartelli, Mader, Weylandt e tutti gli altri corridori che hanno perso la vita mentre facevano quello che a loro piace di più oltre che naturalmente la loro professione.
Da Casartelli a Mader: la lunga lista dei ciclisti morti in gara
Gli incidenti mortali in gara nel ciclismo ci sono dal 1935, ma sicuramente la morte di Fabio Casartelli nel 1995 ha scosso l’Italia. Il campione olimpico era impegnato nella discesa del Portet d’Aspes in una tappa del Tour de France quando perse il controllo della sua bicicletta e cadde. Per lui non ci fu nulla da fare.
Un’altra morte che ha segnato il nostro ciclismo è stata sicuramente quella di Thomas Casarotto, giovane talento italiano morto nel 2010 dopo essersi scontro con un’auto durante una tappa del Giro del Friuli per dilettanti. L’anno dopo è toccato a Wouter Weylandt perdere la vita, ma questa volta al Giro d’Italia. Una caduta nella discesa del Passo del Bocco costò la vita al belga.
In questa lunga lista non possiamo non citare Antoine Dimoitié e Bjorg Lambrecht, connazionali proprio di Weylandt, che persero la vita tra il 2016 e il 2019 rispettivamente alla Gand-Wevelgem e al Giro di Polonia. Ed ora è toccato a Gino Mader, anche lui destinato ad avere una carriera importante, ma che si è interrotta troppo presto per un incidente. Inutile dire che il mondo del ciclismo si è subito stretto al dolore della famiglia dello svizzero, ma, come detto prima, serve una riflessione per cercare di porre fine a queste tragedie.