Tanti talenti che sembravano sul punto di poter diventare delle stelle del panorama mondiale e che invece poi non hanno mantenuto promesse e aspettative e piano piano sono finiti nella periferia del calcio…
Il talento non sempre basta. Lo sport è pieno di esempi di atleti colmi di potenziale che, però, alla fine non riescono a imporsi a grandissimi livelli, rimanendo incompiuti, promesse non mantenute.
La lista è lunga, giocatori incapaci di imporsi per problemi caratteriali, mancanza di costanza o infortuni. Federico Macheda, esordio con gol con il Manchester United di Ferguson, nel 2009, a soli 17 anni. Poi un lungo peregrinare tra trasferimenti e prestiti che hanno coinvolto undici società. Oggi è un giocatore di proprietà dell’Ankaragucu, anche se gli ultimi sei mesi li ha passati in prestito all’Apoel a Cipro. Lazio e United in comune per Macheda e Ravel Morrison mezzala talentuosissima, su cui a Manchester erano pronti a scommettere a occhi chiusi, ma l’inglese – d’origini giamaicane – non aveva la testa giusta per diventare un campione. Ha giocato in 14 squadre, senza mai imporsi. Adriano Leite Ribeiro, l’Imperatore che ha vestito le maglie di Inter e Roma, potenzialmente uno degli attaccanti più forti e completi del mondo. La tragica morte del padre, però, quando aveva 22 anni, lo gettò in una spirale di depressione e abuso di alcol dal quale non è mai riuscito a uscire. Cugino di Messi, scuola Barcellona, ma una carriera completamente diversa.
Le promesse non mantenute del calcio mondiale
Bojan Krkic sembrava un giocatore capace di scrivere pagine importanti nel calcio, invece è finito presto nel dimenticatoio, s’è ritirato a 33 anni, dopo l’ultima esperienza al Vissel Kobe in Giappone. Storia non troppo dissimile per Stevan Jovetic, talento immenso, ma infortuni e poca costanza a frenarne la carriera. Oggi, a 34 anni, gioca nell’Herta Berlino, anche se nell’ultima stagione ha giocato solo undici partite. In Francia lo definivano il nuovo Zidane, ma Hatem Ben Arfa non s’è mai avvicinato al rendimento di Zizou. Eppure il talento c’era, era evidente, il suo piede sinistro di una delicatezza commovente, non ha compensato l’incostanza caratteriale.
Oggi è svincolato da quasi un anno. Il Bayern Monaco spese 12 milioni per prenderlo dal San Paolo, perché era un difensore veloce, forte fisicamente, tecnico. Ma mancava molto altro. Breno, accostato diverse volte anche alla Lazio, venne condannato a tre anni di carcere per aver dato fuoco alla sua casa. Sembrava il gemello di Neymar, ma in Europa è stato solo una meteora e oggi è tornato in Brasile. Si chiama Ganso.