Dalla spesa, ai viaggi, alla benzina: ecco perché i prezzi non scendono più dopo i rincari

Ogni scusa è buona a far lievitare i prezzi dei beni di prima necessità e dei servizi, ma poi passata la crisi quei prezzi non tornano al livello precedente

C’è sempre una buona ragione per far impennare il prezzi al consumo. Questa è la volta dell’inflazione climatica, definita così dall’Associazione Consumerismo no profit che afferma “Cambiamenti climatici e caldo estremo hanno effetti diretti sui prezzi al dettaglio e impattano sulle tasche dei consumatori determinando una stangata, solo per gli acquisti alimentari, fino a 4,7 miliardi di euro annui”.

I prezzi salgono per non scendere più – Notizie.top –

Certo è che sono sempre gli stessi a rimetterci le penne: i consumatori italiani che hanno visto i prezzi dei prodotti alimentari raddoppiare e alcuni hanno dovuto rinunciare anche a beni di prima necessità.

Tutto aumenta per un motivo qualsiasi

Dai generi alimentari alle consumazioni al bar o al ristorante, dall’albergo al volo aereo, tutto costa di più. I prezzi delle materie prime e dell’energia sono scesi, eppure quelli del carrello della spesa e di molte altre voci restano alti Il cambiamento climatico impatta sulle risorse, sull’agricoltura, sulle infrastrutture e sulla produzione di energia, comportando un aumento dei costi generali che a sua volta influenza i prezzi dei beni e dei servizi offerti al pubblico”,– spiega Consumerismo, “ad esempio, il costo di un bene agricolo aumenta a causa di una minore disponibilità di produzione dovuta a un cambiamento climatico negativo, come sta accadendo da molti mesi per numerose tipologie di ortaggi o frutta”.

Però c’è anche chi sospetta che dietro questo aumento generalizzato ed esagerato dei prezzi ci sia dell’altro, ovvero la ricerca del profitto da parte di alcune imprese. Gli economisti di Allianz Trade, il gruppo tedesco dell’assicurazione crediti che ha analizzato i profitti delle aziende, settore per settore, per comprendere gli effetti dell’inflazione, stimano che circa il 10-20% dell’inflazione alimentare in Europa possa essere attribuito al profitto.

I prezzi salgono a prescindere dall’inflazione – Notizie.top –

I prezzi aumentano senza un reale motivo

In questo settore, secondo lo studio, i rivenditori sono stati in grado di aumentare i propri margini al 78,6% nel quarto trimestre del 2022. “Persino i prezzi di alcuni servizi essenziali come trasporti, forniture di acqua, gas ed elettricità, sono fortemente soggetti ad eventi estremi. Nel solo settore alimentare -continuano gli studiosi dell’associazione- i cambiamenti climatici influiscono fino al +3,2% sui prezzi al dettaglio, con un aggravio di spesa in media pari a +246 euro annui per una famiglia con due figli solo per l’acquisto di cibi e bevande, e una stangata complessiva sugli italiani, a parità di consumi, di circa 4,7 miliardi di euro all’anno. Se poi si considera il maggior uso di condizionatori e ventilatori per difendersi dalle ondate di caldo, l’impatto del caldo in bolletta – alle attuali tariffe elettriche – è di circa 110 euro annui a nucleo, oltre 2,8 miliardi di euro considerata la totalità delle famiglie italiane”.

Ma molti costi non accennano a calare anche in momenti in cui c’è una riduzione del costo delle materie prime. L’esempio più recente, visto il periodo, è quello delle tariffe aeree, malgrado la riduzione del costo del cherosene. Una spiegazione potrebbe essere che oggi gli aerei stanno utilizzando il carburante acquistato nel 2022 quando i prezzi erano raddoppiati e quindi un eventuale calo delle tariffe è atteso l’anno prossimo. Fatto sta che i consumatori stanno diventando sempre un po’ meno consumatori e spesso praticano un regime alimentare ridotto e forzato.