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Sport

Djokovic: “Non sono un no vax, difendo la libertà di scelta”

Il campione serbo impegnato agli Internazionali d’Italia ha rilasciato un’intervista con il cuore in mano in cui racconta lo stato d’animo di questi ultimi difficili mesi

E’ un Novak Djokovic diverso quello che accetta di parlare al Corriere della Sera durante lo svolgimento del Master 1000 di Roma, tra aneddoti di quando era bambino, del carcere australiano perchè accusato di non essersi vaccinato, fino al rapporto con Federer e Nadal che non smetterà mai di ringraziare per il livello che ha dovuto raggiungere per competere contro di loro.

Il serbo si racconta in un’intervista – NBotizie.com – Ansa foto

Con 22 successi in 33 finali, Djokovic è il tennista più vincente nelle prove del Grande Slam in ambito singolare maschile insieme a Rafael Nadal: 10 Australian Open (record assoluto), 7 Wimbledon, 3 US Open e 2 Roland Garros. È, inoltre, l’unico tennista dell’era Open, insieme a Rod Laver, ad aver vinto consecutivamente, anche se non nello stesso anno solare, tutte e quattro le prove dello Slam, ma il solo a realizzare l’impresa su tre superfici differenti.

Djokovic e quell’incontro con il lupo

“Un giorno ero solo nella foresta, avrò avuto dieci anni, e ho incontrato un lupo. Provai una paura profonda. Mi avevano detto che in questi casi bisogna indietreggiare lentamente, senza perderlo di vista. Ci siamo guardati per dieci secondi, i più lunghi della mia vita; poi lui ha piegato a sinistra e se n’è andato. Provai una sensazione fortissima che non mi ha mai abbandonato: una connessione d’anima, di spirito. Non ho mai creduto alle coincidenze, e pure quel lupo non lo era. Era previsto”. Comincia così un’intervista con il cuore in mano di  Novak Djokovic per il Corriere della Sera, una chiacchierata diversa, senza entrare nel tecnico del campo da tennis, ma su tutte le ultime vicende che forse lo hanno davvero cambiato. Il serbo, impegnato in questi giorni a Roma per gli Internazionali di tennis, non ha dimenticato quello che ha dovuto sopportare negli ultimi mesi a causa della presunta storia no-vax. “Io non sono no vax e non ho mai detto in vita mia di esserlo. Non sono neppure pro vax” ha detto il campione di tennis serbo, levandosi un sassolino dalla scarpa. “Sono pro choice: difendo la libertà di scelta. È un diritto fondamentale dell’uomo la libertà di decidere che cosa inoculare nel proprio corpo e cosa no”.

Uno dei più grandi tennisti della storia – Notizie.com – Ansa foto

Il tennis è per uomini soli

Il tennis è uno sport per solitari, sei soprattutto solo contro te stesso, oltre che contro l’avversario dall’altra parte della rete: “Spesso nella vita mi sono ritrovato solo. Solo con la mia missione, con i miei obiettivi da raggiungere. Sono rimasto connesso con quel lupo. Anche perché il lupo per noi serbi è sacro. È il nostro animale totemico. È il simbolo di una tradizione nazionale, di una fede ancestrale che precede il cristianesimo. Una religione prima della religione”, ha raccontato ancora il campione serbo che non ha dimenticato di come è stato lasciato solo anche quando ha dovuto subire il carcere una volta arrivato in Australia per giocare gli Open: Il posto in cui mi hanno tenuto? Un carcere. Non potevo aprire le finestre. Ho trovato ragazzi, profughi di guerra che erano lì da moltissimo tempo. Il mio caso è servito a gettare luce su di loro, quasi tutti sono stati liberati. Un giovane siriano era lì da nove anni. Ora è in America, quando tornerò lì quest’estate lo voglio invitare agli Us Open”. Djokovic non può dimenticare quello che ha passato, essere diventato un caso politico, uno che metteva in pericolo il mondo. Quel sistema, di cui i media sono parte, esigeva un bersaglio, che fosse opposto al mainstream, ecco cosa era diventato, il tennista no vax, una cosa del tutto falsa, che ancora adesso lo fa star male.

I faboulos del tennis – Notizie.com –

Federer e Nadal amici mai, ma gratitudine eterna

Vivere il circuito 300 giorni all’anno porta a frequentarsi con continuità con tutti, ma diventare amico con chi è un tuo rivale sul campo da sempre è molto difficile. Ma Djokovic ha solo parole di ammirazione per due eterni rivali come Federer e Nadal che lo hanno aiutato a raggiungere un livello che è andato anche oltre i suoi stessi limiti. “Non è possibile essere amici. Ho sempre avuto rispetto per Federer, è stato uno dei più grandi di tutti i tempi. Ha avuto un impatto straordinario, ma non sono mai stato vicino a lui”, ha spiegato il campione serbo e lo stesso discorso vale per Nadal. Anche con lui l’amicizia è impossibile. L’ho sempre stimato e ammirato moltissimo. Grazie a lui e a Federer sono cresciuto e sono diventato quello che sono. Questo ci unirà per sempre, perciò provo gratitudine nei loro confronti”. 

Mauro Simoncelli

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