In seguito all’uscita di Threads, clone di Twitter, Eoln Musk ha minacciato Zuckerberg di portarlo in tribunale
In attesa di un reale incontro di Boxe, che potrebbe davvero avvenire nei prossimi mesi, Elon Musk e Mark Zuckerberg continuano a tirarsi dei cazzotti virtuali attraverso le proprie aziende.
Zuckerberg, infatti, avrebbe colpito in basso, rilasciando un’app che sembrerebbe sostanzialmente un clone diretto di Twitter, che da qualche mese è di proprietà dell’amministratore delegato di Tesla Motors.
Le scelte assennate di Musk sembrerebbero aver prodotto risultati non esaltanti per le casse di Twitter, che si sono rapidamente svuotate, a causa di un considerevole calo di utenza nell’ultimo periodo. Un contesto ideale per Mark Zuckerberg e la sua Meta, che ha da pochissimo rilasciato un diretto concorrente di Twitter. Threads non è ancora disponibile in Europa, ma gli utenti statunitensi, gli unici con la disponibilità di installare l’app, stanno testimoniando delle evidenti somiglianze tra le due app, con la differenza che, su Threads, si ha la possibilità di interagire in maniera diretta e fluida con gli altri social dell’universo Meta. Una novità apparentemente trascurabile, ma che potrebbe significare il segreto del successo di questa nuova app. I numeri, comunicato dallo stesso Zuckerberg, sono impressionanti: 10 milioni di utenti, in meno di 7 ore, con un obiettivo realistico di 1 miliardo di utenti, al momento della distribuzione sovranazionale.
Una prospettiva rosea per le tasche di Zuckerberg e di Meta, tuttavia, Musk non pare particolarmente entusiasta rispetto a questo evidente plagio. Secondo il sudafricano infatti, Meta avrebbe spudoratamente assunto ex dipendenti Twitter, per carpirne i segreti informatici più rilevanti. Ieri, è stata inviata una lettera a Meta da parte di Twitter, cui sostanzialmente l’azienda di Musk minaccia quella di Zuckerberg, intimando un procedimento legale: “Nell’ultimo anno, Meta ha assunto dozzine di ex dipendenti di Twitter. Twitter sa che questi dipendenti hanno precedentemente lavorato per lei, che questi dipendenti avevano e continuano ad avere accesso ai segreti commerciali di Twitter e ad altre informazioni altamente riservate; che questi dipendenti hanno obblighi continui nei confronti di Twitter; e che molti di questi hanno conservato in modo improprio documenti di Twitter e dispositivi elettronici”. L’avvocato di Twitter Alex Spiro, prosgue: “Meta ha deliberatamente incaricato questi dipendenti di sviluppare, nel giro di pochi mesi, l’app ‘Threads’ con l’intento specifico di utilizzare i segreti commerciali di Twitter e altre proprietà intellettuali, in violazione sia della legge statale che federale, nonché degli obblighi in corso di tali dipendenti nei confronti di Twitter”.
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