Il nipote dell’ultimo re dʼItalia racconta la consapevolezza raggiunta nella vita di coppia e spiega come si è andati oltre ai tradimenti
Come ogni settimana nel salotto di Silvia Toffanin arrivano numerosi volti noti. Stavolta tra gli ospiti di ‘Verissimo’ c’è anche Emanuele Filiberto che parlando con la conduttrice ha toccato diversi temi, anche della sua vita privata.
Il nipote dell’ultimo re d’Italia inizia la chiacchierata facendo un bilancio dei suoi 20 anni di matrimonio con Clotilde Courau, in cui non sono mancati alti e bassi: “Non rimpiango un secondo della mia vita con lei. Siamo cresciuti insieme e siamo complici. In 20 anni di matrimonio ci sono stati anche momenti difficili, ma i momenti belli sono stati di più. Ho tanti amici e amiche. Ho una grande fiducia in Clotilde e lei in me, dopo 20 anni si è arrivati a una giusta maturità”. E sui tradimenti Emanuele Filiberto ha poi aggiunto: “Perdonerei perché l’amore che c’è è molto più forte di una scappatella. Lei? Io chiedo perdono e dico grazie ogni giorno”.
Emanuele Filiberto: “Io e mia madre ci siamo sentiti traditi”
Spazio poi ad un tema delicato che riguarda il documentario sul padre Vittorio Emanuele, a cui ha lavorato Beatrice Borromeo e che racconta la vicenda del 1978 in cui ha perso la vita il 19enne Dirk Geerd Hamer (allora Vittorio Emanuele fu accusato dell’omicidio, poi assolto): “Papà ha sparato in quella circostanza perché si era sentito aggredito, poi è caduto in acqua – ha raccontato Emanuele Filiberto – In un primo momento lui stesso era convinto di essere stato l’unico autore degli spari, in quanto, cadendo in acqua, non ha sentito più nulla. Poi però si sono resi conto che ci sono stati anche altri spari. Siamo partiti in America per ricostruire quanto accaduto e abbiamo potuto ricostruire che non fu la pallottola sparata da mio padre a colpire il ragazzo. Infatti papà è stato assolto”.
Sul lavoro di Beatrice Borromeo ha poi aggiunto: “Abbiamo accettato l’intervista perché non avevamo nulla da nascondere. Lei aveva detto di voler realizzare un documentario su mio padre perché, leggendo la sua autobiografia, si era ricreduta sulla sua persona. Invece ha realizzato un documentario solo sulla storia del delitto. Io e mia madre ci siamo sentiti traditi da lei, perché mamma le aveva aperto le porte di casa sua. Papà? Non l’ha visto. Alla sua età, non abbiamo voluto farglielo vedere. E lui non l’ha chiesto”.