Erling Haaland ha rischiato di farsi davvero molto male per una foto di un servizio fotografico: ma come sono andate le cose?
Poteva finire nel peggiore dei modi, il servizio fotografico del calciatore Erling Haaland che al momento si può a tutti gli effetti considerare uno delle massime espressioni del calcio, viste anche le sue vittorie con il City di Guardiola.
Eppure, il motivo per cui finisce al centro dell’attenzione ha un sapore completamente diverso: il giovane infatti è stato protagonista del servizio fotografico di David Yarrow, il 57enne affermato fotografo d’arte, nonché attivista ambientalista e autore britannico, i cui soggetti includono spesso personaggi famosi, star dello sport e modelli di fama mondiale, oltre a comunità indigene e paesaggi incontaminati.
Il calciatore si è vestito va vichingo con tanto di spada, ascia, postura da guerriero, con i lunghi capelli biondi sciolti, in riferimento ai suoi antenati scandinavi. Insomma qualcosa si davvero particolare che è molto piaciuta ai fan, che fino a questo momento non avevano idea del fatto che alcune di queste foto potevano davvero costargli molto caro.
Erling Haaland ha rischiato grosso: il racconto del dietro le quinte
Insomma poteva davvero farsi male il calciatore nel corso delle foto che ha scattato per il servizio fotografico, ad averlo rivelato è stato lo stesso fotografo che ha parlato del dietro le quinte della situazione.
“È stata un’esperienza molto strana e un po’ surreale, soprattutto perché lui è molto più alto di me ma ci siamo fatti una bella risata. E’ successo tutto molto velocemente e ancora adesso non riesco a pensare a una persona migliore per vestirsi da vichingo. Gli sta meravigliosamente bene rivedendolo e per me è stato un vero privilegio. Ho intrapreso questo progetto con umiltà e senso di responsabilità. Il suo tempo è prezioso e non volevo sprecarlo” ha rivelato che però poi ha sottolineato la parte importante: “Abbiamo fatto fare degli stivali di gomma appositamente per Erling, perché in questi fiordi norvegesi ci sono molti piccoli gusci di ostriche. Prima del servizio mentre passeggiavamo nel fiordo, ho pensato che non avrebbe dovuto calpestare una roccia tagliente. Sarebbe bastata una punta aguzza perché le conseguenze che ne sarebbero seguite avrebbero posto sicuramente fine alla mia carriera. Così quando abbiamo iniziato a camminare in acqua lo abbiamo fatto con estrema attenzione verso di lui. Passo dopo passo, finché non ha raggiunto la distanza necessaria, che era, ovviamente, più lontana di quella che avrebbe raggiungerla maggior parte delle persone”.
Insomma davvero un bel rischio per lo sportivo che poteva rischiare di farsi male e quindi di dovere stare fermo e non potere, per un periodo, continuare la sua carriera in campo.