Federica Pellegrini parla di un momento molto difficile della sua vita legato al cibo: le sue parole lasciano di stucco.
Non ha certamente bisogno di presentazioni la campionessa di nuoto che nella sua vita e nel corso della sua carriera è riuscita a vincere moltissime gare, diventando una delle sportive italiane più famose al mondo.
Proprio la settimana scorsa ha anche conclusa la sua esperienza a Pechino Express in coppia con il marito Matteo Giunta, la coppia si è classificata al secondo posto, nonostante fino alla fine siano stati i preferiti in assoluto.
Ad ogni modo, oggi torna al centro dell’attenzione per un ricordo che lei stessa ha fatto e che ha a che fare con un problema del passato: “Avevo diciassette anni, che è già abbastanza un casino di per sé anche se non devi nuotare in una gara mondiale. Non provavo alcuna indulgenza nei miei confronti. Ero rigida, non vedevo via d’uscita. Nelle foto ho gli occhi completamente spenti. E sono gonfia, brufolosa, i capelli lunghi che non ho più avuto e neanche mi piacevano. Da qualche mese, poco dopo essermi trasferita a Milano, avevo cominciato a ingozzarmi di cibo. Ero capace di far fuori chili di gelato seguiti da svariate tazze di cereali una dietro l’altra. Una volta mia mamma era venuta a trovarmi e se n’era accorta. Le avevo detto ho fame, facciamo merenda? E avevo divorato due buste di prosciutto crudo e tre pacchetti di cracker. Lei mi aveva guardato perplessa”.
Federica Pellegrini: “Il mio problema era la bulimia, ma io non lo sapevo”
“La sera, dopo aver mangiato tutto quello che potevo durante il giorno, vomitavo. Lo facevo sistematicamente, ogni sera prima di andare a dormire, quando il ricordo di tutto il cibo ingurgitato aumentava il senso di colpa. Vomitare era un po’ come ripulirsi la coscienza e anche la mia maniera di metabolizzare il dolore” ha rivelato la campionessa in una sua lunga intervista parlando di un problema, purtroppo molto comune che ha colpito anche lei in passato e ancora: “Si chiama bulimia ma io non lo sapevo. La bulimia per me non era il problema, era la soluzione. Il mio modo di dimagrire senza sacrifici mangiando tutto quello che volevo. Certo, una parte di me intuiva che era un segnale, che stavo cercando di toccare il fondo perché mi fosse evidente che avevo preso una direzione sbagliata. Ma più mi vedevo grassa e più mangiavo. Tanto ormai ero lontanissima da come avrei voluto essere. L’unica cosa che potevo fare era andare avanti così. Alla fine qualcuno se ne sarebbe accorto e mi avrebbe fermato, pensava una parte di me. E nel frattempo continuavo a mangiare”.
Insomma un momento davvero difficile che le ha fatto dubitare di se stessa sotto tutti i punti di vista e che inevitabilmente la costringeva anche a fare dei confronti con altre sue colleghe che riuscivano a raggiungere degli obbiettivi per lei difficile, che la costringevano a non piacersi ancora di più.
“Negli ultimi anni della mia carriera agonistica, quando non mangiavo abbastanza, un bicchiere di vino mi aiutava addirittura a sbloccare lo stomaco. Nelle fasi di carico di allenamento pesante ero talmente stanca che non avevo fame, ma dovevo mangiare per recuperare. Non che mi imponessi qualcosa o avessi qualche forma di rifiuto per il cibo. Era proprio il mio corpo che chiudeva completamente i boccaporti, si metteva in standby e l’unica cosa che desiderava era riposare, dormire. Succedeva che al pranzo prima della finale non riuscissi neppure a finire un piatto di spaghetti. Di solito prima delle gare si mangia pasta in bianco, zuccheri assimilabili in maniera veloce. Eviti cose come la lasagna o la parmigiana, che richiedono una lunga digestione. Pasta in bianco, un po’ di prosciutto e grana, bresaola, tonno. Ma nemmeno quello mi andava giù. Quando ero tesa, non mi passava neanche uno spillo. Con gli anni ho imparato a integrare per via solubile” ha poi concluso.