Il fisco ha deciso di ricorrere all’aiuto dell’Intelligenza artificiale per prevenire l’evasione e stanare tutte le situazioni borderline
Lo strumento digitale è previsto nell’ambito del Pnrr e per cominciare a essere adottato manca solo il via libera del Garante per la privacy. Consentirà di utilizzare i dati in possesso dell’Agenzia delle Entrate in forma pseudo-anonima, creando liste di contribuenti con un profilo a rischio evasione o elusione fiscale.
L’intelligenza artificiale è una disciplina che studia se e in che modo si possano realizzare sistemi informatici intelligenti in grado di simulare la capacità e il comportamento del pensiero umano.
Una delle grandi piaghe italiane nel rapporto tra cittadino e Stato è quella l’evasione fiscale sempre molto alta. Molte cose sono cambiate nel corso degli ultimi anni, con l’Agenzia delle Entrate impegnata a utilizzare strumenti sempre più sofisticati per stanare i contribuenti non in regola. L’ultima novità in mano all’AAEE nella lotta all’evasione è quello dell’utilizzo di un algoritmo anti-evasori. Uno strumento previsto nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, al quale manca soltanto il si definitivo del Garante per la privacy, sempre molto attento a valutare la questione privacy. Con il processo di digitalizzazione oramai avviato da anni, per il Fisco è molto più semplice, se non immediato, tracciare tutti i pagamenti e tutte le fatturazioni emesse. Un processo che peraltro ha permesso in primis di alzare l’asticella della lotta all’evasione, ma anche di regolarizzare in breve tempo tutti i controlli e le eventuali contestazioni al contribuente.
Ora l’utilizzo di questo algoritmo del Fisco cambia decisamente le carte in tavola. Il segreto infatti sta nell’incrociare nel modo opportuno tutte le informazioni disponibili su un contribuente, quindi beni posseduti, operazioni svolte e rapporti intrattenuti con altri soggetti. I flussi telematici di tutte le comunicazioni al riguardo sono aggiornati e si può monitorare l’andamento quasi in tempo reale, intervenendo in modo tempestivo, appena scattano gli allarmi. Ovviamente per analizzare questa enorme mole di dati è indispensabile ricorrere alla potenza dei computer, che però vanno “istruiti” proprio con gli algoritmi che indicano cosa cercare e quali sono i fattori di rischio da evidenziare ai funzionari come indice di una probabile evasione. La progettazione dell’algoritmo fa parte del più ampio programma chiamato “A data driven approach to tax evasion risk analysis in Italy”, ideato dalla stessa Agenzia delle Entrate, che già nel 2021 ha ricevuto il via libera dell’Unione europea. In pratica si andranno essenzialmente a creare delle liste digitali, incrociando i dati già nella disponibilità dell’Agenzia delle Entrate, con cui analizzare il rischio di evasione o elusione fiscale dei contribuenti.
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