Durante una chiacchierata in un podcast, a distanza di anni il pilota brasiliano è stato decisamente polemico verso la Ferrari e Michael Schumacher
L’ex pilota della Rossa ricorda l’esperienza a Maranello non senza polemiche perchè, anche se ha chiaramente riconosciuto lo straordinario talento del campionissimo tedesco, ha sempre pensato che comunque durante gli anni trascorsi alla Ferrari non fosse messo nelle condizioni di rendere al meglio, dato che la squadra aveva sempre delle attenzioni maggiori per la vettura di Schumacher.
Negli ultimi anni, Rubens Barrichello è stato uno dei piloti più longevi della Formula 1. Ha all’attivo ben 326 GP dalla stagione 1993, quando esordì con la Jordan ottenendo nel primo anno anche due punti iridati, fino al 2011 quando la chiuse la carriera in F1 con la Williams. I suoi migliori risultati li ha ottenuti proprio con la Ferrari nel 2002 e nel 2004.
Insieme a Michael Schumacher ha composto la coppia Ferrari più vincente in F1, con cinque i titoli costruttori della scuderia di Maranello dal 2000 al 2005 e altrettanti trionfi nella classifica piloti, tutti firmati però dal tedesco. Perchè il pilota brasiliano è stato per due volte secondo. Risultati comunque eccezionali, ma dei quali Rubens Barrichello non sembra conservare ricordi particolarmente piacevoli. “Ho sempre avuto un buon rapporto con tutti i miei compagni di squadra, non è stato così con Michael. Non mi ha mai sostenuto e non ho mai chiesto il suo aiuto“, ha raccontato il brasiliano al podcast Beyond the Grid. Un’ accusa non certo leggera quella rivolta da Barrichello al pilota tedesco, anche se abbiamo conosciuto perfettamente l’indole cannibale di Schumacher propria dei grandissimi campioni che non sono mai sazi di vittorie, come Lewis Hamilton e Max Verstappen ci hanno fatto fatto vedere in seguito.
Ma Ruben Barrichello ha rivendicato comunque quel ruolo di “secondo pilota“. “Quanto c’era di mio nei successi di Schumacher? Lo si deve chiedere a chi lavorava con me”, ha puntualizzato il brasiliano, “però è vero che nei test di gomme, dal 2000 diedi una svolta. Sentivo se la gomma si ‘muoveva’, le differenza tra quella più morbida e quella più dura”. Quello che però Rubens non ha digerito è di non aver potuto contendere a Schumacher la leadership interna: “Se ci fosse stata libertà, lo avrei potuto battere, anche se, intendiamoci: era più forte di me, ma non sapremo mai davvero quanto. L’ordine di Zeltweg 2002? Lo ricordo, ma non con astio, perché anche le cose brutte mi hanno insegnato tanto, arrivo a 50 anni felice”.
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