Furbetti del cartellino in aumento: quanto frutta il secondo lavoro?

Aumentano sempre di più i furbetti del cartellino, il fenomeno è in rapida ascesa: ma quanto guadagnano con il “secondo lavoro”?

Sembra proprio essere un problema non facile da risolvere, stiamo parlando dei furbetti del cartellino che sono da sempre i mali cronici della Pubblica amministrazione e nell’ultimo periodo la percentuale è anche aumentata del 13%.

Furbetti del cartellino
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Mentre nel 2022 i dipendenti pubblici hanno arrotondato lo stipendio con 7,6 milioni di emolumenti aggiuntivi rispetto agli stipendi percepiti dalle amministrazioni pubbliche per le quali lavorano.

Ad averlo sottolineato è stata la Corte dei Conti dopo avere redatto il Giudizio di Parificazione del Rendiconto generale dello Stato per l’esercizio finanziario 2022, presentato il 28 giugno 2023, cosi come si legge su Tgcom 24: “Sul secondo lavoro, in particolare i giudici contabili sottolineano che si tratta di importi percepiti da pubblici dipendenti in totale assenza di autorizzazione e che nei fatti hanno dato luogo, sempre nel corso del 2022, a sanzioni amministrative per oltre 4,5 milioni di euro già contestate dall’agenzia delle Entrate a enti e soggetti privati che hanno accettato il doppio lavoro in violazione di ogni regola sulle autorizzazioni”.

Furbetti del cartellino, quest’anno un aumento del 13%

Non ci sono davvero dubbi, dal 2022 ad oggi c’è stato un aumento esponenziale del 13% rispetto a prima per tutti quelli che possono essere considerati i furbetti del cartellino. I giudici contabili hanno infatti posto l’attenzione proprio ai procedimenti avviati per falsa attestazione della presenza in servizio, accertata in flagranza.

“False timbrature che poi sono alla base delle motivazioni almeno nel 30% dei casi in cui si arriva ad adottare provvedimenti di licenziamento. Al 31 dicembre 2022, ricorda la Corte, il fenomeno ha registrato 168 casi, di cui 51 conclusi con licenziamento, 53 con sospensione dal servizio, 47 sospesi per procedimento penale, 17 non ancora conclusi” questo si legge nella nota ufficiale.

Ad ogni modo, secondo i dati riportati, la percentuale dei provvedimenti che sono stati poi conclusi con un licenziamento non è cambiata, mentre a diminuire sono stati i provvedimenti di sospensione in conseguenza dei reati stessi.

A tale proposito è intervenuta anche la Corte dei Conti che ricorda: “che il nucleo speciale anticorruzione della Guardia di Finanza è intervenuto con 293 accertamenti mirati sulla regolarità di incarichi svolti da dipendenti pubblici che si trasformano sempre o quasi in doppio lavoro, ovvero con verifiche connesse a normative speciali per alcune categorie di pubblici dipendenti. Gli accertamenti conclusi con le relazioni finali trasmesse alle amministrazioni titolari del rapporto di lavoro sono state 137. Più della metà di queste hanno evidenziato lo svolgimento di attività non autorizzate”.