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Spettacolo

Gene Gnocchi: “Giocavo a calcio per pagarmi il treno”

Gene Gnocchi torna al centro dell’attenzione per una rivelazione che ha a che fare con il suo passato e che nessuno conosceva.

Torna ancora una volta ad essere protagonista della giornata, Gene Gnocchi, conduttore e comico italiano che il pubblico conosce molto bene e che spesso è stato protagonista di tanti programmi di successo.

Gene Gnocchi, foto Ansa Notizie.top

Il motivo però in questo caso non ha a che fare con un nuovo appuntamento che lo aspetta in televisione ma con una indiscrezione che lui stesso ha rivelato nella sua intervista per il Messaggero e che riguarda il suo passato.

Tenete duro, ragazzi: sta per arrivare il bonus tenda! Da quello che so io, ho parlato con il ministro delle Infrastrutture Salvini, è in arrivo, ce l’ha in mente. E poi arriverà pure il superbonus, così si potrà ristrutturare la tenda. Il futuro è chiaro e sarà con le tendopoli davanti alle università, ma fatte bene, con il cappotto termico e l’ascensore. Insomma, le tende come soluzione abitativa permanente” ha ironizzato, ma entriamo nel dettaglio.

Gene Gnocchi: “La mattina andavo all’università e il pomeriggio lavoravo”

E’ laureato in giurisprudenza, Gene Gnocchi, il comico italiano che per potersi mantenere all’università ha fatto il pendolare e ha continuato anche a lavorare come calciatore retribuito.

Gene Gnocchi, foto Ansa Notizie.top

Mi sono laureato in giurisprudenza nel 1979 a Parma, facevo il pendolare da Fidenza. Al mattino le lezioni, al pomeriggio gli allenamenti, ero un calciatore retribuito, giocavo nei Dilettanti, la sera studiavo, oppure lavoravo come cameriere nel ristorante dei miei, anche ai matrimoni. All’epoca per noi ragazzi con poco reddito era normale sostentarsi lavorando durante l’Università” ha rivelato nella sua lunga intervista per il Messaggero, portando alla luce un particolare della sua vita che nessuno conosceva e ancora: “Quando proprio non riuscivi a pagare l’affitto, ti fidanzavi con la figlia del professore, così da alloggiare a casa sua. Vi assicuro che funzionava! In alternativa, come extrema ratio, potevi diventare il baby sitter del figlio piccolino del prof”.

Insomma davvero un racconto importante quello del comico che in un certo senso da un suggerimento ai giovani di oggi e in particolare a quelli che hanno difficoltà nel mantenersi agli studi.

All’epoca, soprattutto prima di un esame importante, capitava di passare intere nottate in otto-dieci studenti all’interno di una stanza per ripassare insieme e soprattutto per incoraggiarci a vicenda. Ai miei tempi, metà degli anni ‘70, per studiare dovevi obbligatoriamente recarti in Biblioteca, oggi invece basta collegarsi ad Internet, è tutto a portata di mano. Da questo punto di vista adesso il mondo universitario è più agevolato” ha poi concluso.

Argia Renda

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