L’ultimo business dell’imprenditore italiano nel campo della ristorazione si sta rivelando un flop. Si parla di perdite per 1,9 milioni di euro
Era stato annunciato come la grande novità nel campo della ristorazione il nuovo business ideato e voluto da Gianluca Vacchi insieme ad altri giovani soci e fondatori di Kebhouze, un fast food a tutto kebab che per il noto imprenditore influencer italiano doveva rappresentare il futuro. Molti punti vendita aperti uno dietro l’altro dal 2021 nelle più grandi città italiane come Milano, Roma e Torino che, dopo un inizio promettente, hanno visto calare gli incassi.
Recentemente è stato anche protagonista di una serie Prime Video, Mucho Más. Per il bolognese, classe 1967, Gianluca Vacchi, il successo sembra non fermarsi mai, ma forse non è tutto oro ciò che luccica. E’ salito alla ribalta come ereditiere e imprenditore, anche e soprattutto sui social, dove 22 milioni e mezzo di follower seguono i suoi balletti e la sua vita spensierata.
Forse questa volta il passo è stato più lungo della gamba per Gianluca Vacchi. L’eccentrico imprenditore influencer bolognese, infatti, aveva lanciato a fine del 2021, con una campagna pubblicitaria non da poco, la sua Kebhouze srl portando in Italia il format di alcuni punti vendita di kebab e hamburger, ma il business non è mai decollato. Kebhouze ha aperto subito 21 negozi in Italia (uno anche a Ibiza), ma il concept da fast food non ha funzionato, forse troppo spersonalizzato rispetto all’idea di kebab che abbiamo dalle nostre parti. E dopo poco più di un anno dall’apertura del primo punto vendita a Milano, seguito poi da quelli di Roma e Torino, le cose non sembrano andare così a gonfie vele e si comincia a parlare di perdite milionarie. L’ultimo bilancio aziendale ha dovuto certificare che la catena di kebab ha accumulato perdite per un valore totale di 1,9 milioni di euro (di cui ben 1,3 milioni di euro risalenti al periodo dello scorso anno, 87mila euro di perdite portate a nuovo e altri 264mila euro di passivo accumulati nei primi due mesi dell’anno in corso, con un trend quindi che non promette certo un’inversione di tendenza a breve).
Non è servito quindi il “brand Vacchi” per far decollare la catena di fast food e ora la situazione si fa complicata. La società, che l’imprenditore bolognese controllava fino a ieri al 92% attraverso la sua Cofiva Holding, ha riunito i soci ed è stato deciso di ridurre il capitale di oltre un terzo. Quindi per ripianare il passivo è stato necessario azzerare le riserve, ridurre il capitale da un milione a 264mila euro per poi ricostituirlo sempre a un milione. Tuttavia, stando a quanto dichiarato dai suoi soci, non si può parlare di fallimento, anzi. L’ideatore del progetto e socio di Vacchi, Oliver Zion, ha parlato di perdite previste, assolutamente in linea con quanto aspettato: “Sono per noi un fenomeno non imprevisto in linea con quelli che sono i processi di avviamento di una startup, per un progetto che ha generato oltre 5 milioni di fatturato nel 2022 e che prevede di raddoppiare nel 2023″.
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