Gianluca Vacchi è stato inscritto nel registro degli indagati per abusi edilizi: la sua villa in costruzione in Costa Smeralda è stata sequestrata.
Imprenditore, ma soprattutto influencer Gianluca Vacchi ha conquistato la popolarità non tanto grazie alle sue imprese aziendali, ma come influencer. Grazie ai suoi iconici balletti, all’ostentazione della sua ricchezza, i suoi profili social contano milioni di fans e i suoi video ottengono un numero considerevole di visualizzazioni. Papà solo da qualche anno, Vacchi dedica molto tempo alla sua famiglia.
Nei mesi scorsi Gianluca Vacchi è stato iscritto nel registro degli indagati per abusi edilizi. La sua villa in costruzione sulla collina di Pantogia, a Porto Cervo, è stata sequestrata dal Corpo forestale che ha dato attuazione al decreto emesso dal procuratore di Tempio Pausania Gregorio Capasso. Le motivazioni si riferirebbero alla violazione di alcune norme urbanistiche e ambientale che fanno riferimento ad una determinata aerea: “…La villa ricade in area F3 dello strumento urbanistico comunale ed è sottoposta alla massima tutela ambientale per la presenza del vincolo paesaggistico ambientale del D. Lgs. 42/2004, del vigente Piano di assetto idrogeologico”, si legge nel decreto.
Inoltre il sequestro si inserisce nell’attività di contrasto alle violazioni in materia edilizia ed ambientale e di tutela del territorio e del paesaggio promossa e condotta dalla Procura. La villa è decisamente maestosa, si estende su 1.200 metri quadrati più altri mille di terrazze: prevede ben 15 stanze, ma anche una discoteca, due lodge con suite e un campo da Padel. Insomma una vero e proprio resort in pieno stile Vacchi. Per il momento l’influencer si è rivolto ai suoi avvocati che stanno analizzando la pratica.
Gianluca Vacchi, sequestrato la mega vila in Costa Smeralda
Il noto influecer dovrà rimandare al prossimo anno la sua vivace vita sociale in Sardegna. La sua villa in Costa Smeralda non sarà pronta per l’estate in corso visto che per il momento il cantiere è stato sequestrato. Tuttavia Gino Bottiglioni e Gian Comita Ragnedda, avvocati dell’imprenditore sono certi che tutto presto si risolverà visto che l’impresa di costruzione dispone di tutte le autorizzazioni:
“Abbiamo preso atto del sequestro. Leggeremo le carte e faremo quanto necessario per dimostrare che si tratta di questioni di tipo formale, del tutto prive di rilevanza penale e che gli interventi eseguiti non hanno mai danneggiato o messo in pericolo l’ambiente o la tutela del territorio”.