Era il 21 ottobre 2020 quando la bambina perse la vita a causa di un’occlusione intestinale. La piccola stava malissimo, così la sua famiglia aveva deciso di portarla al pronto soccorso pediatrico del Sant’Orsola per aiutarla a stare meglio. Nessuno si sarebbe aspettato un esito tanto tragico. Quella che i medici avevano diagnosticato come una gastroenterite era in realtà un’occlusione intestinale, condizione assai più grave che aveva poi portato al decesso della minore.
Bambina morta a 4 anni per diagnosi sbagliata, il dolore della madre
Molti anni dopo sono stati condannati per quanto successo un pediatra, un radiologo e un chirurgo dell’ospedale, le stesse persone che adesso devono pagare un risarcimento.
“Dicono che io starei bene perché ho avuto un altro figlio, quindi il mio dolore e il mio risarcimento deve essere contenuto. Quando è arrivato quest’atto dai legali del Sant’Orsola i miei avvocati civilisti Pierpaolo Mazzoli e Marco Ferrari mi hanno chiamata e mi hanno detto di leggerlo con calma, sapevano che mi avrebbe fatto male. Sono profondamente ferita” sono queste le parole della mamma nella sua intervista al Corriere della Sera e ancora: “Strumentalizzare un minore, perché questo stanno facendo, usare un bambino di un anno, per dire che non devo aver sofferto più di tanto è gravemente irrispettoso nei confronti miei, della mia bambina e del suo fratellino”.
Ovviamente la nascita di un secondo figlio non può sostituire il grande dolore provato e infatti la donna ha anche rivelato di non avere più una vera vita dopo la morte della figlia: le sue giornate si susseguono tutte uguali, vuote, prive di entusiasmo. La sua unica forza è quella legata alla nascita del suo secondogenito.