Partita dalla Siria, la guerra ha cambiato i suoi piani. Ha raggiunto il livello internazionale e ora vuole essere di ispirazione per tante altre donne
Si chiama Heba Saadieh, ha 34 anni ed è la prima palestinese ad arbitrare ai Mondiali di calcio. Un sogno realizzato, quello di far parte della lista dei direttori di gara della Coppa del Mondo femminile. Heba ha iniziato il proprio percorso in Siria, poi ha proseguito in Malesia e Svezia. Hasempre sperato di essere la prima di tante altre donne del suo Paese. La Fifa, lo scorso 9 gennaio, ha deciso di inserirla nell’elenco degli arbitri per i Mondiali che si stanno disputando in Australia e Nuova Zelanda dal 20 luglio.
La 34enne è diventata così la prima palestinese a far parte di una terna arbitrale per la rassegna iridata. Stiamo parlando di un fatto storico. Heba, cresciuta in Siria, s’è tolta una grandissima soddisfazione. Ha studiato educazione fisica a Damasco, poi nel 2012, con lo scoppio della guerra, ha dovuto cambiare i piani e direzione: è fuggita in Malesia e nel sud-est asiatico ha iniziato la sua carriera. Quattro anni dopo, nel 2016, ha usufruito di un programma di reinsediamento delle Nazioni Unite trasferendosi con la sua famiglia in Svezia.
Il percorso ambizioso: “Voglio ispirare altre donne e uomini palestinesi”
La sua scalata è stata verticale, adesso arbitra nella massima serie del campionato femminile scandinavo e nella seconda divisione del campionato maschile. Ha raggiunto il livello internazionale, arbitrando negli ultimi anni pure nella Coppa d’Asia femminile e maschile, alle qualificazioni mondiali e alle Olimpiadi di Tokyo 2020. Un lungo cammino durante il quale però è riuscita anche a continuare la professione come insegnante di educazione fisica. Ora, al contrario, si sta interamente concentrando sulla sua carriera di arbitro.
La donna ha parlato ad Al Jazeera in una recente intervista: “Sono così orgogliosa di essere il primo arbitro palestinese, maschio o femmina, ai Mondiali. Mi dà una grossa responsabilità, voglio mostrare un’ottima prestazione durante il torneo. E poi soprattutto mi auguro di poter aprire questa porta alle donne arbitro palestinesi e anche agli uomini in modo che siano selezionati in futuro”, ha confidato senza nascondere la sua emozione per l’ultima designazione per i Mondiali di calcio femminile.