L’influenza dei social nella nostra vita quotidiana e nella politica riceverà un freno da parte delle nazioni europee?
I social, nel giro di pochi anni hanno di fatto conquistato il controllo dei principali canali di comunicazione disponibili all’opinione pubblica, oltre a quelli dell’informazione, che, ormai, passa in gran parte attraverso Twitter, Facebook, Instagram e altri o ne è (in)direttamente influenzata.
La recente pubblicazione di Threads, un app platealmente ispirata a Twitter, da parte di Meta – l’azienda di Mark Zuckerberg che possiede Instagram, Whatsapp e Facebook) – fa facilmente comprendere, nuovamente, quanto questo mercato sia incredibilmente influente, all’interno degli equilibri della società contemporanea.
Non neghiamolo, dai social passano sostanzialmente la gran parte delle informazioni e dei contenuti di cui fruiamo ogni giorno in occidente. Una tendenza che, inevitabilmente, trasforma le nostre società in contesti fatalmente dipendenti da queste piattaforme virtuali. Avere il controllo dei social, come abbiamo visto più volte nel corso degli ultimi anni, significa, di fatto, possedere il dominio di una generosa fetta dell’interesse globale. Il tutto, ovviamente, in mano a dei privati, che potrebbero decidere da un momento all’altro di modificare i propri algoritmi, influenzare le masse e plasmare la realtà a proprio piacimento, senza la benché minima conseguenza legale. Perché si, oggi l’analisi della realtà, passa anche e soprattutto attraverso i social network, mediante i quali, le masse acquisiscono informazioni, immagini, notizie, testi e testimonianze della realtà circostante.
Gli effetti di tale potere, sono stati piuttosto palesi nelle recenti rivolte in Francia e nell’assalto a Capital Hill negli Stati Uniti, in cui la piattaforma social ha rappresentato un punto di snodo fondamentale per la propaganda ideologica. Un chiaro segnale di quanto questi mezzi possano incidere attivamente sulla politica e sulla socialità di ognuno di noi. Quindi no, se non ve ne foste accorti negli ultimi anni, Facebook non è più soltanto un social dove ritrovare vecchi amici della scuola, ma l’iniziatore di un sistema di potere complesso e potenzialmente pericoloso. Quanto pericoloso? Difficile rispondere a questa domanda, ma siamo sicuri che, in questo momento, la politica mondiale, e in particolare quella europea, non sia adeguatamente preparata per mettere dei freni a queste potenti armi in mano a dei privati. Le norme e gli aggiornamenti di queste, sono sistematicamente indietro rispetto alle novità e i cambiamenti che subiscono i social e, di conseguenza, la società.
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