Mai banale e spesso irriverente. Zlatan Ibrahimovic, anche adesso che ha smesso di giocare a calcio, continua a far parlare di sé e lo fa anche grazie a una lunga intervista rilasciata a Piers Morgan e che sarà trasmessa integralmente il prossimo 5 ottobre.
Ha smesso e la sua mancanza si sente. Manca il suo genio, il suo estro, la sua irriverenza tecnica e la bellezza delle sue giocate.
Ibrahimovic aspetta di definire il suo futuro, s’è parlato anche di un possibile ingresso nella dirigenza del Milan, voci alimentate dalla sua presenza a Milanello post scoppola nel derby e poi a San Siro per i match contro il Newcastle e contro la Lazio. Ibra per ora non conferma, aspetta, ha smesso di giocare da poco, non vuole affrettare i tempi e prendere decisioni delle quali potrebbe magari anche pentirsi. Anche forse poi non lo ammetterebbe mai. In realtà un rimpianto ce l’ha e risale agli albori della sua carriera, quando era ancora un ragazzino e gli proposero un provino all’Arsenal. Solo che Ibra non la prese bene ed è celebre la sua risposta a Wenger: “Zlatan non fa provini”. Ecco, tornasse indietro forse oggi Ibra si comporterebbe diversamente: “Una cosa che ho sbagliato? Non sono andato all’Arsenal: però non faccio provini, davvero. Sono il migliore, vaf******o tutto il resto”.
Ibrahimovic: “Non scherzo quando dico…”
Prendere o lasciare perché questo è Ibrahimovic e questo l’ha reso grande. Zlatan s’è confessato un un’intervista rilasciata Piers Morgan, noto giornalista inglese, grande amico anche di Cristiano Ronaldo. Proprio a lui CR7 rilasciò l’intervista bomba che sancì la fine del suo rapporto con il Manchester United. Ibra è spaccone, non ha paura di mostrarsi per ciò che è, non usa diplomazia, non gli serve: “Pensate che io scherzi quando dico che sono Dio? No, non scherzo”. Tanto che il suo rapporto con Guardiola non decollò mai: “Quando lo vidi la prima volta mi disse che a Barcellona, al campo d’allenamento, i giocatori non arrivavano in Ferrari. Io allora sono andato lì con la mia fo****a Ferrari”. Guai sostenere con Zlatan che segnare un gol sia meglio che fare del buon sesso.
Sarebbe una follia e bisognerebbe ricorrere a uno specialista si pensasse una cosa del genere: “Segnare un gol è meglio che fare sesso? Amico, il sesso è meglio. Chiunque la pensi diversamente ha un problema con il sesso e credo che debba farsi aiutare”. Dargli torto? Meglio di no.