Continua il mistero sul campione olimpico che dal trionfo di Londra, tra un problema fisico e un altro, non è più riuscito a correre una gara
Marcel Jacobs fece la storia della velocità italiana quel pomeriggio alle Olimpiadi di Tokyo del 2021, quando vinse a sorpresa la finale dei 100 metri piani con il tempo di 9.80, bissato qualche giorno dopo insieme agli altri compagni della squadra azzurra dal fantastico oro anche nella finale della 4×100 mai accaduta in passato. Da quel giorno, a parte l’oro agli europei dello scorso anno, soltanto pochissime apparizioni e tanti guai fisici.
Visti tutti questi problemi e i risultati ottenuti negli ultimi anni, ci si comincia a interrogare, e sempre con più insistenza, se Jacobs potrà tornare ad ambire a vittorie importanti, a partire dai mondiali dell’agosto prossimo, prima del grande appuntamento olimpico di Parigi.
Un campione che ha fatto sognare
Sono passati 700 giorni da quando, alle Olimpiadi estive di Tokyo, il velocista italiano Marcell Jacobs vinse la medaglia d’oro nei 100 metri piani realizzando una delle più grandi sorprese della storia dello sport italiano. Quell’abbraccio spontaneo, intenso con Jimbo Tamberi, da qualche minuto a sua volta campione olimpico nel salto in alto e per questo ancora avvolto dalla bandiera tricolore sulla pista di tartan poco dopo aver tagliato il traguardo, è una delle fotografie leggendarie della storia dello sport che resterà nel cuore di tutti gli italiani davanti allo schermo in quel momento. Ma da quel giorno l’atleta più veloce sulla terra sembra aver perso le ali, come nella leggenda di Icaro quando si avvicinò troppo al sole. L’ultimo forfait è arrivato pochi giorni fa, i soliti malanni fisici che lo stanno tormentando da molti mesi sono tornati prepotenti e ora sono a rischio anche gli eventi più importanti, come i mondiali all’aperto del prossimo agosto.
Tante illazioni su di lui
Dopo le Olimpiadi Jacobs ha corso soltanto otto volte i 100 metri e solo in due occasioni ci ha messo meno di 10 secondi, mentre i rivali più forti, a partire dall’americano Fred Kerley, argento a Tokyo e campione mondiale a Eugene, che non ha mai smesso di volersi prendere una rivincita nei confronti dell’italiano, hanno corso ovunque e sempre con tempi eccelsi, quasi sempre sotto i 10 secondi. C’è anche chi ha provato a insinuare qualcosa, doping e voglia di non confrontarsi con il resto degli avversari, una cosa soprattutto inglese, ma dobbiamo sottolineare che proprio alle Olimpiadi a essere trovato positivo fu proprio uno del quartetto della Gran Bretagna beffato sul filo di lana da Filippo Tortu, ultimo frazionista azzurro e per questo privati anche della medaglia d’argento. Insomma, ci sarebbe soltanto un modo per Jacobs di rispondere a tutto ciò: presentarsi in grande forma al prossimo Campionato del Mondo. E allora poi, vinca il migliore.