Resta una delle questione più dibattute da quando i cellulari sono diventati sempre più impattanti sulla nostra vita, ma ad oggi non sembrerebbero esserci conferme sui nostri timori
Nei giorni scorsi è stato addirittura Elon Musk, nel lanciare la nuova funzione di Twitter, a dichiarare che WhatsApp ci stava spiando tramite il microfono sempre acceso degli smartphone, poi l’allarme è rientrato perchè è stato individuato un bug nell’applicazione, ma resta un tema che è sempre stato molto a cuore agli utenti quello del rischio di essere spiati in continuazione tramite il nostro device preferito.
In passato è intervenuto anche il Garante della Privacy sulla questione, provando a dimostrare come gli smartphone siano in grado di ascoltare sempre le nostre conversazioni, soprattutto con lo scopo di proporre contenuti pubblicitari in linea. Alla fine l’indagine non aveva portato a nulla.
Il pericolo arriva dal microfono
Alzi la mano chi almeno una volta nella vita, al termine di una conversazione telefonica o anche di una chiacchierata in una stanza con moglie, figli o amici, non si sia visto arrivare sul telefonino, via mail o sulle pagine del browser, notizie relative a quel ristorante tutto pesce, quel paio di scarpe appena uscito sul mercato o di quel condizionatore che risparmia energia, di cui aveva tranquillamente parlato in precedenza. Quella sensazione di essere comunque ascoltati, tanto da farci arrivare pubblicità mirate a secondo di quello che diciamo in…presenza del nostro smartphone. Ovvio quindi porsi qualche domanda, e la prima non può che essere se il microfono del nostro cellulare resti acceso proprio per ascoltare quello che diciamo. Senza entrare in storie alla “Grande fratello”, forse la cosa potrebbe riguardare l’uso improprio che molte aziende potrebbero fare del microfono di un telefono.
Siamo noi a dare le autorizzazioni
Fino ad oggi non si è riusciti a trovare una vera correlazione sul passaggio di pubblicità mirate e l’utilizzo improprio del microfono del device, però c’è da sottolineare come la grande diffusione di app installate sui telefonini potrebbe portare da parte nostra al rilascio di qualche consenso che autorizzi involontariamente qualcosa che non vorremmo invece fosse utilizzata. La fotocamera, tutte le applicazioni social, quindi WhatsApp, Instagram, tik tok, ma anche ad esempio Skype, prevedono, proprio per essere utilizzate al massimo delle loro funzioni, l’autorizzazione all’uso del microfono. Quando non sono utilizzate, magari per lavoro, possiamo sempre entrare nella sezione Privacy delle impostazioni del device e negare il consenso. Inoltre per evitare che le app facciano un uso improprio del microfono e videocamera, sia IOS della Apple sia Google per gli Android hanno sviluppato una funzione che permette, quando il microfono o la videocamera sono in utilizzo, di mostrare nella zona delle notifiche un pallino colorato che indica proprio il loro stato di attività.