Il tour della popolare cantante ha fatto tappa a Stoccolma e i concerti hanno reso molto più cari hotel e ristoranti, contribuendo all’aumento dei prezzi a maggio
A maggio Stoccolma è stata presa d’assalto da circa 46mila spettatori da tutto il mondo, arrivati in Svezia per assistere ai primi due show del nuovo “Renaissance World Tour” della cantante americana e, secondo le ultime stime della banca danese, la popstar statunitense sarebbe “responsabile” di un aumento dei prezzi dello 0,2%.
A livello globale Beyoncé ha venduto circa 60 milioni tra album e singoli digitali con le Destiny’s Child e 200 milioni da solista al 2022. La rivista musicale statunitense Billboard l’ha eletta artista femminile del decennio 2000-2010.
Anche i concerti fanno alzare l’inflazione
Mancava indubbiamente questa come curiosità da leggere, l’inflazione, cioè la crescita generalizzata e continuativa dei prezzi nel tempo, può anche derivare dai concerti che una popstar decide di mettere in scena in una determinata nazione. E’ quello che sarebbe successo nella lontana Svezia. A confermarlo sono gli economisti della Danske Bank, la banca più grande della Danimarca, secondo i quali l’annuncio del nuovo tour mondiale della cantante statunitense a Stoccolma avrebbe causato un aumento dei prezzi di alberghi e ristoranti. Infatti, secondo le statistiche ufficiali, il Paese ha registrato un’inflazione più alta del previsto. I due concerti-evento di Beyoncé svoltisi il 10 e l’11 maggio scorsi alla Friends Arena di Stoccolma, con cui l’ex leader delle Destiny’s Child ha inaugurato il suo Renaissance Tour, erano tra i più attesi del 2023 e hanno fatto registrare ovviamente il sold out in pochissimi giorni, attirando anche fan dal resto del paese e dai paesi limitrofi, facendo innalzare i prezzi dell’indotto. “Beyoncé è responsabile per l’extra crescita a sorpresa dei prezzi questo mese”, ha affermato lo chief economist della Danske Bank Michael Grahn, “ed è una cosa incredibile per un singolo evento, una cosa mai vista prima”.
Un tour atteso da setti anni
L’evento era di quelli imperdibili per le migliaia di fan della popstar americana, erano infatti ben sette anni che non si esibiva dal vivo e molti spettatori hanno viaggiato addirittura da oltreoceano per assistere agli spettacoli, approfittando proprio della “debolezza” della valuta svedese e così dei prezzi più bassi dei biglietti. Ma non avevano fatto i conti con gli albergatori e i ristoratori locali che invece, approfittando proprio delle migliaia di persone giunte fino nella capitale svedese, hanno pensato bene di ritoccare in alto i prezzi. Infatti, come confermato dall’ufficio statistico di Stoccolma, i prezzi di alberghi e ristoranti sarebbero aumentati anche del 3.3% rispetto al mese precedente ai concerti. Nonostante si preveda un abbassamento dell’inflazione a giugno, una volta passato “l’effetto-Beyoncé”, il timore svedese è che possa ripresentarsi il problema con il concerto di Bruce Springsteen alla fine del mese a Goteborg, che potrebbe avere un impatto simile all’attesissima performance dell’artista.