Il famoso scrittore non vede di buon occhio il nuovo fenomeno tecnologico che sta spopolando
Orami è sulla bocca di tutti da mesi. E in diversi la usano, seppur per gioco perché è in via sperimentale, ma non tutti la adorano anzi in diversi ne hanno quasi timore, per non dire terrore. Ma sentir parlare una mente illuminata come Stephen King avere una certa opinione dell’intelligenza artificiale fa riflettere. Già perché il famoso scrittore non è poco favorevole anzi cerca di di far capire come sia fuorviante e per certo versi pericolosa.
“L’intelligenza artificiale è come il denaro falso usato nei film, credibile a prima vista ma non così convincente dopo un attento esame”, è la metafora che usa il famoso scrittore Stephen King per descrivere e raccontare la sua piccola esperienza con l’IA generativa come ChatGpt e Bard. E lo fa cercando di aprire la mente delle persone in un saggio che lui stesso ha pubblicato sulla rivista The Atlantic, cercando di far capire che la sua non è la paura di questa tecnologia usata in campo creativo perché i risultati, appunto, non sono ancora convincenti.
“Un vero momento creativo deriva dall’essere nella storia…”
Per far capire le persone e supportare la sua tesi, l’autore di libri popolari come Shining e Misery descrive e racconta una scena contenuta nel suo libro che è in uscita a settembre e intitolato Holly, dove c’è un personaggio che ad un certo punto “arriva alle spalle di un altro e lo uccide con una pistola, sparando un colpo alla nuca”. E, racconta nella sua descrizione l’autore, quando l’assassino gira il corpo della vittima si accorge che il proiettile “non è fuoriuscito ma ha lasciato un piccolo rigonfiamento sulla fronte che diverrà la sua ossessione”.
Ed è questa la trovata che fa la differenza, almeno secondo quanto spiega Stephen King, perché è frutto e conseguenza di “un vero momento creativo, deriva dall’essere nella storia e vedere ciò che vede l’assassino. È stata una rivelazione. Una macchina può creare quel rigonfiamento? Direi di no. Ma devo, con riluttanza, aggiungere non ancora“, aggiunge e conclude il famoso scrittore cercando di fare capire che l’Intelligenza artificiale a questo genere di cose non potrà mai arrivare.